Chiesa. Nel centro storico di Venezia la rivoluzione delle parrocchie: da 19 a 6
Venezia, piazza San Marco
Si profila un nuovo assetto pastorale per Venezia centro storico. Il patriarca Francesco Moraglia, infatti, in una lettera rivolta a sacerdoti, consacrati e fedeli, ha annunciato l’avvio del processo di accorpamento delle parrocchie, dopo un lungo periodo di riflessione e discernimento nel corso della visita pastorale che si avvia a conclusione e nell’alveo del cammino sinodale della Chiesa italiana. L’inverno demografico, che ha ridotto il numero di residenti nella città d’acqua a meno di 50 mila, il calo delle vocazioni e la diminuzione del clero, nonché la riduzione generale della partecipazione alla vita ecclesiale delle comunità, cui fa da contraltare l’arrivo di milioni di turisti, hanno suggerito di fare un passo in più rispetto alle collaborazioni pastorali già avviate. Il prossimo anno vedrà la nascita formale di 6 parrocchie in luogo delle 19 precedenti: San Pietro apostolo (dall’unione di San Pietro, San Giuseppe, San Francesco di Paola e Sant’Elena a Castello); Santi Giovanni e Paolo (dall’unione dei Santi Giovanni e Paolo e San Francesco della Vigna); San Salvador e Santo Stefano (dall’unione di San Zaccaria, San Moisè, San Salvador, Santo Stefano e San Luca, comprendente l’area marciana); Santa Maria Gloriosa dei Frari (dall’unione di Frari, Tolentini e San Pantalon); San Giobbe (dall’unione di San Giobbe, Santi Geremia e Lucia e San Girolamo); e Santa Eufemia (dall’unione del Redentore e Sant’Eufemia nell’isola della Giudecca). Fondamentale sarà la corresponsabilità dei laici a fianco dei sacerdoti.
«La visita pastorale – scrive Moraglia – ha mostrato alcune comunità affaticate per le mutate condizioni sociali e demografiche, ma anche la vitalità di parrocchie che hanno colto l’opportunità e il valore di essere in collaborazione pastorale, non rinunciando alle proprie identità e caratteristiche ma vivendole come arricchimento reciproco in spirito di condivisione e di accoglienza». Il patriarca di Venezia parla di «passo non più procrastinabile» in un contesto in cui «il numero delle parrocchie è ormai sproporzionato con alcune che da anni non riescono più a vivere alcune dimensioni essenziali per la vita di una parrocchia, dalla catechesi dell’iniziazione cristiana alla pastorale giovanile fino alla cura e all’animazione della liturgia». Ogni parrocchia avrà un parroco e alcuni sacerdoti collaboratori. «Una sarà la chiesa parrocchiale – spiega Moraglia – punto di riferimento della comunità stessa e nella quale si vivranno le celebrazioni principali dell’anno liturgico. Nelle altre chiese, a seconda delle possibilità, potranno esserci la celebrazione eucaristica – festiva o in alcuni giorni feriali della settimana – e anche alcuni momenti di preghiera come i vespri, l’adorazione eucaristica, la lectio divina e il santo rosario che, animati da un gruppo di fedeli, potranno essere un’ulteriore e valida opportunità spirituale offerta a tutti, per chi abita lontano dalla chiesa parrocchiale e per chi è di passaggio in quella zona». Compresi i milioni di turisti, soggiornanti e giornalieri, che tutto l’anno arrivano a Venezia e ne frequentano l’enorme patrimonio artistico-culturale, formato anche da diverse chiese.