Dopo 15 anni un Papa torna in Estremo Oriente. La porta dell’Asia, per Francesco, sarà la Corea del Sud dal 13 al 18 agosto (in attesa del già annunciato viaggio di gennaio nelle Filippine e nello Sri Lanka, mentre per il momento non c’è in preparazione una tappa in Giappone). E ieri il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha anticipato i tratti salienti di un itinerario che comprende 11 discorsi (sette in italiano e quattro in inglese), una beatificazione, l’incontro con i giovani asiatici e quello con i familiari delle vittime del traghetto Sewol e si incentra soprattutto su tre filoni: missione e giovani, martirio, riconciliazione. Proprio a proposito di quest’ultima, il direttore della Sala Stampa ha ricordato che la penisola coreana è tuttora divisa in due e che tra il Nord e il Sud vige dal 1953 un semplice armistizio. «La pace non c’è ancora». Il Pontefice perciò celebrerà una Messa nella Cattedrale di Seul, il 18 agosto, invocando la pace. Messa alla quale erano stati invitati anche i cattolici nordcoreani, ai quali però il regime di Pyongyang ha negato la possibilità di accedere «per vari motivi», come afferma un comunicato ufficiale. Oltre alla Messa, ha precisato Lombardi, rispondendo a una domanda che evocava un eventuale parallelismo con il viaggio in Terra Santa, «non prevedo gesti significativi, ma il Papa può sempre sorprenderci». In Corea del Sud, comunque, si continua a pregare in vista di una celebrazione comune dei fedeli delle due parti della Penisola. In tema di rapporti internazionali, tuttavia, bisogna notare che per la prima volta l’aereo papale sorvolerà la Cina (nell’84 e nell’89, in occasione dei due viaggi coreani di Giovanni Paolo II, non era stato possibile). È prassi che il Papa invii telegrammi di saluto ai capi di Stato dei Paesi sorvolati durante i suoi itinerari aerei. Padre Lombardi in proposito ha detto: «Staremo a vedere». La parte più consistente del programma papale sarà comunque quella dedicata ai giovani e alla missione. La partecipazione alla Giornata asiatica della gioventù, che si svolgerà nella diocesi di Daejeon (200 chilometri a sud di Seul) è uno dei motivi ispiratori della visita.Francesco incontrerà i giovani (2.000 provenienti da 23 Paesi e 4.000 coreani) il 15 agosto al Santuario di Solmoe e il 17 nella fortezza di Haemi, dove molti coreani conobbero il martirio nel XIX secolo. È significativo che questo incontro si svolga in terra coreana, dato che la Chiesa del Paese asiatico fu fondata proprio da giovani laici. Oggi i cattolici sudcoreani sono più di 5 milioni (il 10 per cento della popolazione) e quindi l’incontro assume una forte valenza missionaria, in un continente come l’Asia che, ha sottolineato Lombardi, «è quello in cui i cristiani sono meno presenti ed è sicuramente tra le priorità pastorali del Pontefice». L’altro motivo ispiratore del viaggio (durante il quale il Papa avrà i consueti incontri con le autorità locali, con i vescovi, i sacerdoti e i laici, oltre a visitare le strutture di Kkttongnae, fiore all’occhiello dell’assistenza ai poveri) è la beatificazione di Paul Ji-Chung e di 123 compagni martiri. La Chiesa coreana subì nell’800 una feroce persecuzione con oltre 10mila vittime. Giovanni Paolo II nel 1984 aveva già canonizzato il primo sacerdote autoctono e 103 compagni. «Ora Francesco – ha spiegato padre Lombardi – beatifica i martiri della prima ora, andando alle radici della fede cristiana di questo popolo».