Intervista. Il Papa intervistato dai poveri: «La fecondità della vita? È amare»
«La storia di questa intervista ha un punto di partenza: la periferia di Buenos Aires, villa La Càrcova, nel dipartimento di León Suarez». È l’incipit dell’intervista più sorprendente che il Papa ha concesso sinora, di certo la più singolare a un Pontefice. Perché non esce sulle colonne di qualche prestigioso quotidiano internazionale ma nelle pagine di «La Càrcova News», ovvero il bollettino curato dalla parrocchia del quartiere nell’estrema e poverissima periferia di Buenos Aires nel quale è parroco don José Marìa di Paola, meglio noto come «padre Pepe», il «cura villero» figlio spirituale di Papa Bergoglio. Un vero scoop mondiale (IL TESTO INTEGRALE DELL'INTERVISTA), curato da Alver Metalli, quello del piccolo giornale tirato in poche centinaia di copie, del tutto anomalo: le domande infatti sono frutto di una consultazione tra la gente della parrocchia, che ha ricevuto pochi giorni fa le risposte del Papa e da lunedì 9 marzo – giorno nel quale il bollettino viene messo in distribuzione – può leggere quel che Francesco gli dice, sotto un titolo («Cari parrocchiani, vorrei che...») nel quale è racchiuso tutto un programma, su vari temi che stanno a cuore alla gente del quartiere.
La politicaRiferendosi alle elezioni in Argentina (in ottobre), il Papa chiede ai politici che «propongano una piattaforma elettorale chiara», «onestà nella presentazione della propria posizione» e «una campagna elettorale di tipo gratuito, non finanziata» perché «nel finanziamento della campagna elettorale entrano in gioco molti interessi che poi ti chiedono il conto» e quindi occorre «essere indipendenti da chiunque». Il Papa riconosce che «evidentemente è un ideale» ma chiede che «il finanziamento sia pubblico».
La periferiaÈ una questione di sguardo: «Nella misura in cui usciamo dal centro e ci allontaniamo da esso – spiega Francesco ai "villeros" – scopriamo più cose, e quando guardiamo al centro da queste nuove cose che abbiamo scoperto vediamo che la realtà è diversa».
La drogaIl Papa fa eco alla grande preoccupazione dei cittadini: «Quello che mi preoccupa di più – dice – è il trionfalismo dei trafficanti. Questa gente canta vittoria. Ci sono paesi, o zone, in cui tutto è sottomesso alla droga».
L’educazioneCiò che conta con i figli, spiega Francesco, è trasmettere loro «l’appartenenza a un focolare» attraverso l'amore, l'affetto, il tempo, prendendoli per mano, accompagnandoli, giocando con loro». Ma «ancora più importante è la fede»: il Papa si dice addolorato quando incontra «un bambino che non sa fare il segno della croce».
I giovaniA chi gli chiede cosa fare con ragazzi che «vivono spesso rapporti virtuali», Francesco risponde dicendo che il vero «pericolo» oggi è che «disponiamo di una capacità molto grande di riunire informazioni» muovendosi «in una serie di cose virtualmente». Esse tuttavia «ci possono trasformare in "giovani-museo"», molto ben informati ma che non sanno che farsene di tutto quel sapere: invece «la fecondità, nella vita, non passa per l'accumulazione di informazioni» ma «vuol dire amare».
La fedeCredere non è una questione di «sentimento»: «La fede – dice Bergoglio – è il mio rapporto con Gesù Cristo, io credo che Lui mi ha salvato. Questa è la vera questione riguardo alla fede. Mettiti a cercare tu quei momenti della tua vita dove sei stato male, dove eri perso, dove non ne azzeccavi una, e osserva come Cristo ti ha salvato. Afferrati a questo, questa è la radice della tua fede».
Vivere intensamenteRispondendo alla domanda su come non buttar via la propria vita, il Papa premette di aver «vissuto molto tempo inutilmente» per ricordare che il vero bene spesso è invisibile: «Il Signore – spiega – mi fa fare cose che si vedono; ma quante volte c'è gente che fa il bene, tanto bene, e non si vede. L'intensità non è direttamente proporzionale a quello che vede la gente. L'intensità si vive dentro».
I consigliIl Papa spiega quanto è importante confrontarsi con gli altri, anche quando non sono d’accordo con lui: «Ascoltare le persone, a me, non ha mai fatto male. Ogni volta che le ho ascoltate, mi è sempre andata bene. Le volte che non le ho ascoltate mi è andata male».
Violenza e doloreLa gente di Càrcova è preoccupata per le notizie di «fanatici» che dicono di voler «uccidere» il Papa. La domanda è spontanea: «Non ha paura?». Il Papa risponde con disarmante semplicità: «La vita è nelle mani di Dio. Io ho detto al Signore: Tu prenditi cura di me. Ma se la tua volontà è che io muoia o che mi facciano qualcosa, ti chiedo un solo favore: che non mi faccia male. Perché io sono molto fifone per il dolore fisico».