Salutato dal suono solenne delle trombe d'argento e dai circa 5000 fedeli presenti, Benedetto XVI haaperto oggi il Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di 24 nuovi cardinali che provengono da 4 diversi continenti. "Riconosciamo con trepidazione - ha detto il neo cardinale Angelo Amato nel saluto pronunciato a nome dei 24 - i nostri limiti, a fronte della consapevolezza della grande dignità di cui veniamo rivestiti e che siamo chiamati a testimoniare con la nostra vita e la nostra attività". "In circostanza analoga - ha ricordato il presule salesiano - il beato card. Newman disse di non avere nulla di quella sublime perfezione che si trova nella vita e nelle opere dei santi: aveva, però, la retta intenzione, l'assenza di scopi personali, il senso dell'obbedienza, la disponibilità ad essere corretto, il timore di sbagliare e il desiderio di servire la santa Chiesa". Anche da parte nostra, ha concluso, "non si può eludere il rischio di non essere compresi, di essere rifiutati, e di dover essere disposti anche all'estrema testimonianza, del resto, il colore della porpora fa ad essa diretto riferimento, e Lei, Padre Santo, tra poco ci ricorderà di essere pronti a comportarci con fortezza
usque ad effusionem sanguinis per l'incremento della fede cristiana, per la pace e l tranquillità del popolo di Dio e per la libertà e la diffusione della Santa Chiesa".Nel consegnare loro la berretta, Benedetto XVI ha chiesto umiltà ai nuovi porporati. "Chi vuole diventare grande tra di voi sarà vostro servitore, chi vuole essere primo sarà schiavo di tutti", ha ricordato loro citando il Vangelo. "Il criterio della grandezza e del primato secondo Dio - ha aggiunto il Papa - non è il dominio, ma il servizio; la diaconia è la legge fondamentale del discepolo e della comunità cristiana, e ci lascia intravedere qualcosa della Signoria di Dio". Gesù indica il punto di riferimento: il Figlio dell'uomo, che è venuto per servire. "È un messaggio - ha scandito Benedetto XVI - che vale per gli Apostoli, vale per tutta la Chiesa, vale soprattutto per coloro che hanno compiti di guida nel Popolo di Dio. Non è la logica del dominio, del potere secondo i criteri umani, ma la logica del chinarsi per lavare i piedi, la logica del servizio, la logica della Croce che è alla base di ogni esercizio dell'autorità". "In ogni tempo - ha concluso - la Chiesa è impegnata a conformarsi a questa logica e a testimoniarla per far trasparire la vera Signoria di Dio, quella dell'amore".