Francia. Un anno di celebrazioni per i genitori di Teresa di Lisieux
Un intero anno giubilare in Normandia per proporre al mondo la testimonianza di santità di Louis et Zélie Martin, i coniugi francesi canonizzati nel 2015 da papa Francesco e tradizionalmente noti come genitori di santa Teresa di Gesù Bambino. In occasione dei 160 anni dal matrimonio della coppia, che giunse ad Alençon, fra i verdi paesaggi di Normandia, il 13 luglio 1853, nello stesso capoluogo è risuonata l’apertura del lungo ciclo di celebrazioni.
Domenica 8 luglio, in particolare, la Basilica Notre Dame ha accolto una solenne Messa presieduta dal cardinale Mauro Piacenza, penitenziere maggiore e concelebrata da monsignor Jacques Habert, vescovo di Séez e da monsignor Emmanuel Gobilliard, vescovo ausiliare di Lione. Davanti alle famiglie giunte ad Alençon per un grande pellegrinaggio di due giorni organizzato con la collaborazione del settimanale Famille Chrétienne, il cardinale Piacenza, traendo spunto dal brano evangelico giovanneo delle Nozze di Cana, ha ricordato nell’omelia che «gli sposi Martin hanno pienamente realizzato il disegno di Dio sulla loro esistenza», anche manifestando quotidianamente gesti semplici e alla portata di ogni credente: «Gli sposi Martin sono dei santi innanzitutto perché si sono sostenuti vicendevolmente, si sono aiutati e corretti, nella realizzazione della volontà divina, lasciandosi accompagnare su quest’affascinante percorso dalla Chiesa, dai sacramenti, dalla Beata Vergine Maria e dal progetto vocazionale che Dio aveva su tutta questa famiglia».
La testimonianza della famiglia Martin, capace di restare salda nella fede pur fra innumerevoli tribolazioni e drammi, mostra la realizzazione di una «Chiesa domestica che è ciò in cui consiste la famiglia cristiana ». Quest’ultima è «il luogo per eccellenza dell’accoglienza della fede», così come quello in cui 'la santità genera la santità', poiché santa Teresa fu un «frutto della santità fiorito e maturato sulle ramificazioni generose di quest’albero robusto di un padre santo e di una madre santa». Dunque, ha sottolineato il presule, quella degli sposi Martin è un’esperienza di «reciprocità e circolarità» della fede aperta costantemente all’orizzonte più vasto della comunione dei santi. Il cardinale ha lanciato pure una vibrante esortazione sul ruolo e sulla necessità della santità nelle società di oggi, ricordando che «solo la santità può cambiare il mondo». Dunque, «la vera posta in gioco dell’umanità è di avere donne e uomini santi» come gli sposi Martin.
Fra visite per i pellegrini nella dimora dei coniugi Martin, testimonianze di famiglie la cui vita è stata profondamente trasformata dall’incontro con l’esempio della coppia di santi, conferenze e momenti di raccoglimento, l’anno giubilare si è aperto ad Alençon in un clima di profondo fervore. I più giovani hanno potuto cantare e danzare sulle note del gruppo Praise, fra le realtà emergenti della “pop laudativa” melodica transalpina. Due anni dopo l’assassinio del padre Jacques Hamel nella periferia di Rouen, la Normandia della famiglia Martin e della loro figlia divenuta patrona di Francia mostrerà nei prossimi mesi il proprio volto profondo di antico scrigno della fede. Per padre Jean-Marie Simar, rettore del santuario intitolato agli sposi Martin, è il momento «di far ascoltare il loro messaggio attraverso il mondo per aiutare le coppie e famiglie di oggi, dar loro un faro, un esempio da seguire». La «scuola» dei coniugi Martin spalanca le sue porte anche a quanti restano sospesi fra dubbi e ricerca.