Cesena . Il "don" che guida la moto: «È una pastorale di strada»
Don Filippo Cappelli
Destinazione Roma. Questo sarà il filo conduttore di un itinerario che si svolgerà in alcuni anni per giungere nella città eterna in cui si trova il successore di Pietro. Un percorso che si snoderà nel tempo e nello spazio e quest’anno, dall’11 al 13 luglio, porterà almeno un centinaio di motociclisti prima al santuario di Oropa (Biella) e poi a quello di Castellazzo Bormida (Alessandria) dedicato alla Madonnina dei centauri.
Motore di questa proposta è don Filippo Cappelli, sacerdote della diocesi di Cesena-Sarsina (Forlì-Cesena) dal 28 giugno 2014. Classe 1976, «dopo una vita passata a cercare – racconta di sé – ho trovato quiete nella vocazione». Nel suo curriculum ci sono una laurea magistrale al Dams (arte, musica e spettacolo) e un’altra in filosofia, oltre a un diploma al centro sperimentale di cinematografia. Calcio, cinema e motociclette sono le sue passioni da sempre.
«La moto è un modo per entrare in contatto con i giovani e il loro desiderio di libertà», racconta don Filippo che spesso gira con la mamma sul sellino posteriore. “Niente paura, sono la mamma del don”, porta scritto sul giubbotto la signora che accompagna il figlio sacerdote. Nelle loro uscite a bordo o della Harley Davidson 1200, «una moto agile», la definisce il prete, o sulla Triumph Rocket III, una touring da 2300 centimetri cubi, «quella che useremo in luglio per andare in Piemonte», aggiunge. «Si tratta del primo appuntamento annuale nazionale – prosegue don Cappelli – proposto come pastorale della strada, una costola dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport guidato da don Gionatan De Marco.
Ognuno partirà da casa propria e al termine del primo giorno di viaggio, l’11 luglio, arriveremo tutti al santuario di Oropa per la celebrazione della Messa». Il secondo giorno sarà dedicato al trasferimento a Castellazzo Bormida, dove i bikers si fermeranno per la benedizione e per affidarsi alla protezione della Madonnina dei centuari. In questo luogo giungono ogni anno a migliaia i motociclisti. «Noi quest’anno arriveremo il giorno prima – precisa don Cappelli – . A Castellazzo lasceremo un gagliardetto del nostro nuovo motoclub aperto quest’anno in parrocchia che conta già 60 iscritti e ha un’intitolazione che per noi è tutta un programma, “Duc in altum”. In quell’occasione affideremo il nostro nuovo sodalizio alla protezione di Maria». La moto è vissuta da don Filippo come metafora della vita e non solo.
«Se con la moto non stai in movimento, cadi – dice il sacerdote insegnante di religione alle superiori e giornalista pubblicista accreditato in tribuna stampa all’Orogel stadium Dino Manuzzi di Cesena –. Un bell’invito a non fermarsi mai, a non stagnare nella propria esistenza. E per ricordarmi sempre di questo, ho tolto il cavalletto dalla mia Triumph». Un prete in sella a moto di grandi cilindrate può suscitare qualche perplessità. «Indosso sempre il colletto – ci tiene a sottolineare – perché ovunque sei non smetti mai di essere ciò che sei. Il mio è un modo per stare nelle periferie esistenziali, per coinvolgere coloro che vivono la strada per volontà. E poi il viaggio in moto porta in continuazione a farsi domande, a essere molto attenti, ad aprire lo sguardo. Occorre sempre collegare mano, testa e cuore per viaggiare sicuri. Così come accade per stare in piedi nella vita».