Itinerari. Il credente davanti alla Croce: dolore ma con il pensiero a Pasqua
Matthias Grünewald: Crocifissione
Con la Domenica delle Palme inizia la Settimana Santa e la liturgia propone da un lato il momento gioioso dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, dall’altro il racconto della passione e morte di Cristo. Un binomio di felicità e sofferenza riassunto nel segno dell’ulivo i cui rami benedetti l’anno prossimo, una volta seccati, diventeranno la cenere usata il mercoledì che apre la Quaresima. Al centro di questi giorni che preparano i credenti alla Pasqua di Risurrezione, ci sarà la croce segno della sofferenza accettata per la salvezza dell’umanità, cui guardare però con il cuore già rivolto alla vita che ci attende dopo la morte. Ciò non toglie che la croce di Cristo sia anche il metro con cui giudicare e dare un senso al dolore di cui è vittima l’uomo.
Giotto, Cappella degli Scrovegni: l'ingresso a Gerusalemme - Visentin
Così pregava il beato Luigi Novarese (1914-1984) fondatore dei Silenziosi operai della Croce e del Centro volontari della sofferenza:
«Fammi credere o Signore, nella forza costruttrice del dolore.
Che io non veda nel male che mi blocca
un ostacolo alla mia perfezione.
Fammi capire come ogni istante di sofferenza
può essere trasformato in moneta di conquista.
Ho bisogno di allargare i miei orizzonti,
di comprendere che la vita non è soltanto quella che vedo.
Voglio sentirmi un essere utile alla società,
su cui tutti si possono appoggiare.
Voglio identificarmi con te, o Signore,
per scoprire sempre di più
l'ampiezza dei miei orizzonti».
Il senso, il significato, la straordinaria importanza della Croce di Cristo trova ampio spazio, naturalmente nelle celebrazioni di questi giorni. Anche nella liturgia orientale, che prega così:
«Ci siamo affidati alla tua Croce,
o Creatore dell'eternità.
Tu ce l'hai data come protezione contro il nemico:
proteggici con essa, o Salvatore, ti supplichiamo.
Sommo Re, per noi sei salito sulla Croce
e con essa hai tolto il delitto di Adamo,
prima creatura:
proteggici con essa, o Salvatore, ti supplichiamo.
Tu che ti sei rivelato vertice della santa fede
e legno della vita degli uomini,
alla tua vista il demonio fu distrutto
senza potersi rialzare:
proteggici con essa, o Salvatore, ti supplichiamo.
Con l'apparizione della tua croce
il nemico ha tremato
e per il terrore di fronte alla tua gloria
si è precipitato negli inferi della terra:
proteggici con essa, o Salvatore, ti supplichiamo.
Esultavano i cieli e si rallegrava la terra,
poiché la santa Croce è apparsa come salvatrice
ed illuminatrice dell'universo:
proteggici con essa, o Salvatore, ti supplichiamo».
Particolare del Codex Purpureus Rossanensis - Visentin
Tra le preghiere più belle dedicate alla croce del Signore, ce n’è una che fa parte di un antico racconto, “La passione dii Andrea” risalente al sesto secolo e riferito appunto al santo apostolo. Un testo ripreso da Benedetto XVI durante un’udienza generale del 2006:
«Salve, o Croce,
inaugurata per mezzo del corpo di Cristo
e divenuta adorna delle sue membra,
come fossero perle preziose.
Prima che il Signore salisse su di te,
tu incutevi un timore terreno.
Ora invece, dotata di un amore celeste,
sei ricevuta come un dono.
I credenti sanno, a tuo riguardo,
quanta gioia tu possiedi,
quanti regali tu tieni preparati.
Sicuro dunque e pieno di gioia io vengo a te,
perché anche tu mi riceva esultante
come discepolo di colui che fu sospeso a te.
O Croce beata,
che ricevesti la maestà e la bellezza
delle membra del Signore!
Prendimi e portami lontano dagli uomini
e rendimi al mio Maestro,
affinché per mezzo tuo
mi riceva chi per te mi ha redento.
Salve, o Croce;
sì, salve davvero!».