Il caso. Benedizioni delle coppie omosessuali e celibato, strappo della Chiesa tedesca
Il Duomo di Francoforte
Il Cammino sinodale della Chiesa tedesca, nei lavori in corso a Francoforte, ha approvato a larghissima maggioranza il testo che apre alle celebrazioni per la benedizione delle coppie dello stesso sesso a partire dal marzo 2026. Secondo quanto comunicato attraverso i social dallo stesso Sinodo, l’Assemblea ha approvato questo testo con 176 voti favorevoli, 14 contrari e 12 astenuti. Anche una netta maggioranza di vescovi ha votato a favore del documento conclusivo: 38 vescovi hanno votato sì, nove vescovi no e dodici si sono astenuti. Non essendo conteggiate le astensioni, ciò vuol dire che il consenso è formalmente dell’80 per cento.
Durante i lavori il Cammino sinodale tedesco si è espresso a larghissima maggioranza anche a favore di una revisione delle norme sul celibato. Il testo adottato a Francoforte formula una richiesta a papa Francesco di «riesaminare il nesso tra consacrazione e obbligo del celibato». Una formulazione più ampia, che chiedeva al Papa di revocare direttamente il celibato obbligatorio, è stata respinta con una maggioranza di due terzi. L'Assemblea sinodale ha inoltre deciso di chiedere al Papa di esaminare se ai sacerdoti già ordinati possa essere data la possibilità di essere sciolti dalla promessa del celibato senza dover rinunciare all’esercizio del ministero. Inoltre, il testo chiede che gli ex sacerdoti siano maggiormente coinvolti nella vita attiva della Chiesa. Il testo della mozione “Il celibato dei sacerdoti - rafforzamento e apertura” è stato votato con una maggioranza di quasi il 95 per cento dei 205 voti espressi. Dei 60 vescovi presenti, 44 hanno votato a favore, 5 contrari e 11 si sono astenuti.
Sulla questione omosessuale e sul celibato ecclesiastico è intervento papa Francesco con una conversazione a tutto campo con il sito argentino Infobae diffusa ieri. Sulla prima il Pontefice osserva che «oggi si mette molta lente d’ingrandimento su questo problema. Penso che dobbiamo andare all’essenziale del Vangelo: Gesù chiama tutti». Riguardo al celibato per il Pontefice abolirlo non servirebbe ad aumentare il numero di vocazioni. E aggiunge: «Il celibato nella Chiesa occidentale è una prescrizione temporanea: non so se si risolve in un modo o nell'altro, ma è provvisoria in questo senso; non è eterno come l’ordinazione sacerdotale, che è per sempre, che tu lo voglia o no».
La delibera del Cammino sinodale tedesco arriva dopo che nel settembre scorso i vescovi fiamminghi del Belgio, insieme al cardinale di Malines-Bruxelles (Mechelen-Brussel) Jozef De Kesel, hanno pubblicato un documento che, affermando di ispirarsi all’Esortazione apostolica Amoris laetitia, autorizza la benedizione delle coppie dello stesso sesso. Il portavoce della diocesi di Brussel aveva riferito che il documento non era stato sottoposto prima della sua pubblicazione al vaglio della Santa Sede.
Nel febbraio 2020 un documento della Congregazione, oggi Dicastero, per la dottrina della fede, con l’«assenso» esplicito del Papa, ribadiva che se sono possibili «benedizioni a singole persone con inclinazione omosessuale, le quali manifestino la volontà di vivere in fedeltà ai disegni rivelati di Dio così come proposti dall'insegnamento ecclesiale», rimane «illecita ogni forma di benedizione che tenda a riconoscere le loro unioni», perché significherebbe «approvare e incoraggiare una scelta ed una prassi di vita che non possono essere riconosciute come oggettivamente ordinate ai disegni rivelati di Dio».
La questione della benedizione di coppie dello stesso ha provocato di recente una profonda spaccatura all’interno della Comunione anglicana. Dopo che la Chiesa d’Inghilterra lo scorso febbraio le ha approvate, c’è stata una ferma reazione da parte dei leader anglicani africani. Dieci arcivescovi primati hanno solennemente annunciato che la Global South Fellowship of Anglican Churches, che sostiene di federare il 75% degli anglicani nel mondo, non può più riconoscere l’attuale arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, come primus inter pares e capo della Comunione anglicana nel mondo.