Chiesa

Il caso. A Livorno scomunicato un sacerdote: «Parole e gesti scismatici»

Matteo Liut mercoledì 3 gennaio 2024

La chiesa di Guasticce

Un atto pesante ma inevitabile, quello che ha visto il vescovo di Livorno, Simone Giusti, dichiarare scomunicato don Ramon Guidetti, sacerdote livornese di 48 anni, parroco a San Ranieri a Guasticce dal 2017. Una vicenda che è iniziata nelle scorse settimane e che ha avuto il suo ultimo atto dopo la Messa del 31 dicembre, durante la quale il prete ha pubblicamente dichiarato di essere in contrasto con papa Francesco e con la Chiesa, affermando e argomentando che in realtà alla morte, un anno fa, Benedetto XVI di fatto era ancora in carica, poiché non andava considerato valido il suo atto di rinuncia del 2013. Affermazioni a cui poi è seguito l’abbandono volontario della parrocchia a lui affidata. A questo punto il vescovo, continua la nota diocesana, ha dovuto procedere con un atto formale in cui si dichiara che il sacerdote si è posto fuori dalla comunione con la Chiesa. Giusti, comunque, aveva incontrato Guidetti prima di Natale per capire il dissenso, manifestato nell’ultimo periodo. Lo strappo sembrava potersi ricucire, ma durante la Messa del 31 dicembre il sacerdote ha pronunciato un’omelia che di fatto conteneva affermazioni di natura scismatica e il rifiuto della comunione con il Pontefice e con i membri della Chiesa, come riporta l’atto ufficiale firmato dal cancelliere diocesano e datato 1 gennaio 2024. Un testo che richiama il canone 751 del Codice di diritto canonico e che comunica al clero e ai fedeli la sospensione a divinis del sacerdote.

«In seguito ai fatti riportati, il vescovo ha emesso un Decreto (Prot. N. 1/24/VD), con il quale, a norma del canone 1364 del Codex iuris canonici, dichiara che don Ramon Guidetti è incorso ipso facto nella scomunica latae sententiae – si legge nel documento –. Il suddetto sacerdote è, dalla data odierna, sospeso a divinis e rimosso dall’ufficio di parroco della parrocchia di San Ranieri in Guasticce, a norma dei canoni 1333 e 1336 del Codex iuris canonici. Si ammoniscono i sacerdoti e i fedeli a non partecipare a eventuali sue celebrazioni o ad altre pratiche di culto, perché essi incorrerebbero ipso facto nella gravissima pena della scomunica».

«Don Guidetti piano piano è stato coinvolto in questi gruppi che si mettono in opposizione sterile, e soprattutto in maniera scismatica, contro il Santo Padre – ha affermato in un’intervista il vescovo Giusti –. Quindi si è ritrovato da solo perché lui ha scelto di uscire dalla Chiesa cattolica e io ne ho preso atto. Chi mette in atto comportamenti scismatici – spiega ancora il presule – incorre nella scomunica latae sententiae, che vuol dire che anche se non veniva pubblicata, di fatto era già scomunicato. Don Guidetti è una persona buona, generosa, zelante ma fragile, che era già stato richiamato durante l’epidemia di Covid per alcune prese di posizione estreme e che si è lasciato trascinare da questi gruppi. E don Minutella (sacerdote palermitano scomunicato, ndr) ha detto che a questo “lavoravano da mesi”. Quando ho incontrato don Guidetti, tuttavia, non mi ha parlato purtroppo di questi contatti. Ora sono dispiaciuto: per lo scandalo che ha dato ma anche per lui. La comunità parrocchiale è ferita e non condivide le posizioni dell’ex parroco – conclude il vescovo –. Il dibattito è normale, ma una cosa è discutere, una cosa è rompere la comunione».