“Non si convoca un’Assemblea solo per dialogare tra di noi allo scopo di raggiungere un compromesso di ordine politico o organizzativo. Ci si riunisce, invece, per prendere più profondamente coscienza di che cosa siamo, grazie all’ascolto comune della testimonianza dello Spirito che opera in mezzo a noi e che si esprime attraverso i fratelli”. Con queste parole il cardinale Marc Ouellet si è rivolto ai membri della Conferenza Episcopale Italiana, nella concelebrazione di mercoledì 21 maggio nella Basilica di San Pietro.
“L’obiettivo di qualsiasi Assemblea episcopale – ha spiegato – è di fare corpo nello Spirito ricevuto dal Signore per pascere le sue pecore. Egli ci ha costituiti membri non solo della sua Chiesa, ma anche del corpo dei successori dei Dodici, che formarono il Collegio apostolico. Perciò siamo sempre invitati, anzi obbligati a assumere quell’atteggiamento teologale che permettere di cogliere più adeguatamente il punto di vista altrui e quindi di discernere ciò che lo Spirito sta dicendo alla Chiesa e verso dove la sospinge".
“L’Assemblea è in un certo senso un esercizio di potatura – ha riconosciuto – dal momento che per arrivare a una decisione comune ognuno deve essere disposto all’accoglienza e alla condivisione anche a prezzo di qualche concessione o rinuncia affinché regni l’unità e quindi sia assicurato un frutto maggiore al lavoro comune".
“Lavoriamo insieme - noi in Dio e Dio in noi - nell’ascolto comune della Sua voce – ha auspicato in conclusione –: chiediamo la grazia di non abbassare il livello spirituale della nostra Assemblea a un gioco di fazioni, di polarizzazioni e di politica. Che i nostri discorsi e le nostre decisioni rispettino la presenza di Dio in mezzo a noi e così lo Spirito Santo attuerà più efficacemente il retto discernimento delle soluzioni”.