Triveneto. Il cancelliere vescovile di Gorizia è donna
Alessia Urdan
L’arcivescovo di Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli, ha annunciato ieri, nel corso di un incontro con i vicari episcopali e i direttori degli Uffici diocesani, la nomina di Alessia Urdan come nuovo cancelliere arcivescovile. Avvocata, originario di Gorizia, assumerà l’incarico a partire dal 1 ottobre. Una nomina che si inserisce nel percorso di attenzione e valorizzazione al ruolo della donna nella Chiesa più volte richiamato e sollecitato da papa Francesco.
Nata nel 1973, l’avvocata Urdan è sposata ed è madre di una figlia adolescente. Si è laureata in Giurisprudenza nel 2002 all’Università di Modena e Reggio Emilia. Terminati gli studi accademici, ha intrapreso un percorso formativo a doppio binario, svolgendo da un lato la pratica forense e intraprendendo dall’altro lo studio del diritto canonico alla Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha conseguito la licenza in diritto canonico nel 2002 e la laurea in diritto canonico nel 2006.
Nel 2002 ha conseguito presso la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti l’abilitazione a prestare la propria assistenza nei procedimenti volti ad ottenere la dispensa per matrimonio rato e non consumato. Superato nel frattempo l’esame di Stato, si è iscritta all’albo degli avvocati di Gorizia nel 2005.
Per completare il percorso formativo nell’ambito del diritto canonico si è iscritta allo studio rotale presso il Tribunale della Rota Romana conseguendo il titolo di avvocato rotale nel 2007.
In un’intervista rilasciata al settimanale della diocesi di Gorizia, Voce Isontina, Urdan ha sottolineato come «assumere l’incarico di cancelliere sia un ulteriore “sì” a quella che sono convinta sia la strada segnata dal Signore per me: ho sempre sentito infatti il mio lavoro in ambito canonico come una vocazione. Quando il vescovo mi ha chiesto la disponibilità a coprire questo incarico, dopo un primo momento di sorpresa e timore, ho deciso di rispondere ancora una volta in modo affermativo mettendomi a disposizione» della Chiesa locale.