Chiesa

Chiesa nel mondo. E Padova “dona” un vescovo all’Amazzonia

Sara Melchiori, Padova sabato 1 giugno 2024

Padova, i nativi brasiliani di São Felix do Araguaia donano al vescovo Nicoletto uno stendardo con il ricamo del territorio della prelatura

«La grazia della missione è arrivata nella mia vita come un vento forte, un uragano che mi ha cambiato profondamente in base alla logica dell’incarnazione. Ed è stato nell’incontro con l’Amazzonia, nel cammino con l’amato popolo brasiliano, prima a Duque de Caxias e poi in Roraima, che ho imparato che “la Chiesa si fa carne e pianta la sua tenda in Amazzonia”. La costruzione di questa tenda, come casa, che si è manifestata come indispensabile centro dell’annuncio della buona notizia: annunciare al popolo il Vangelo di Gesù Cristo e il suo Regno come fonte di senso di liberazione. Per questo considero la missione come la dimensione della fede che ha salvato la mia vita dall’ottusa indifferenza e ha mantenuto vivo dentro di me l’impegno a essere come una sentinella che attende in piedi, cieli nuovi e terra nuova». Sta tutto in questo passaggio, a conclusione della consacrazione episcopale, il senso della vita, della missione e del nuovo sì alla Chiesa di Lucio Nicoletto vescovo prelato eletto di São Felix do Araguaia nella regione del Mato Grosso in Brasile, che è stato consacrato vescovo a Padova. Originario di Este (Pd), don Lucio Nicoletto, classe 1972, dal 2005 è missionario fidei donum in Brasile, prima nella diocesi di Duque de Caxias poi a Roraima, spaziando nell’impegno pastorale – accompagnamento alle comunità, ai seminaristi, responsabile della formazione del clero e del diaconato permanente, della pastorale giovanile, impegnato nella catechesi e nell’iniziazione cristiana fino essere vicario generale di Roraima. E ora da Roraima papa Francesco il 13 marzo l’ha destinato pastore della prelatura territoriale di São Felix do Araguaia sui passi del suo primo vescovo, il profeta dell’Amazzonia, Pedro Casaldaliga Pla. Qui sarà accolto il 30 giugno.

Il vescovo Lucio Nicoletto, ordinato vescovo a Padova per la prelatura di São Felix do Araguaia in Brasile - Boato

A presiedere la celebrazione l’arcivescovo metropolita di Cuiabà, Mario Antonio da Silva, precedentemente vescovo di Roraima dove Nicoletto ha vissuto gli ultimi otto anni. Accanto a lui co-consacranti il cardinale Leonardo Ulrich Steiner, arcivescovo di Manaus, il vescovo di Padova Claudio Cipolla e l’emerito Antonio Mattiazzo e un’altra quindicina di vescovi concelebranti, molti provenienti dal Brasile. Tra i fedeli un corposo gruppo di brasiliani e alcuni nativi che hanno anche portato in dono al nuovo vescovo: l’anello di Tucum per ricordare la causa dei poveri e degli esclusi; uno stendardo della tribù Tapirapé con ricamato a mano il territorio della prelatura di São Felix, a significare l’accoglienza di tutte le diverse realtà della prelatura; un remo per canoa, come segno dell’ingresso di Nicoletto “nella stessa canoa”, ossia nella stessa realtà quotidiana e familiare, per remare insieme alla gente di São Felix nella stessa direzione.

La scelta missionaria e il modello della chiesa missionaria annunciatrice del Vangelo, attenta ai poveri e alla ricerca della giustizia sono risuonate spesso durante la celebrazione. Essere un buon pastore – ha ricordato De Silva – oltre a sentire l’odore delle sue pecore, significa amarle e prendersi cura di ognuna di esse, creare e rafforzare la coscienza del popolo verso una società giusta e fraterna nell’impegno ad eliminare sfruttamento, oppressione e ogni forma di corruzione. E l’amore gratuito di Gesù maestro e buon pastore è il modello di riferimento, che il vescovo Lucio Nicoletto ha scelto nel suo motto (rinunciando per scelta allo stemma), che recita «Senza l’Amore non sono niente» 1Cor 13,2.