Il direttore risponde. Chiesa e Ici: una domanda. E nessun dubbio
Gentile direttore,
non ci crederai, ma alla mia età ho proprio dovuto scrivere una lettera alla Befana. Ho pensato di mandartela in copia, perché penso di non essere il solo, in difficoltà, quest’anno... «Cara Befana, sono un cristiano. Non ti specificherò se maschio o femmina, laico, consacrato, ministro ordinato... tanto tu sai perfettamente chi sono. Era da quando ero bambino che non ti scrivevo una lettera, ma quest’anno ho sentito davvero di non poterne fare a meno. Sono infatti piuttosto imbarazzato, quest’anno, ad appendere la mia calza sul termosifone, la sera del 5 gennaio... Io che così a lungo mi sono sentito una persona a posto. Non solo non faccio del male a nessuno, ma – come ben sai – mi spendo molto per gli altri. E non ho l’amante. Devo dire che tutto ciò mi è sempre sembrato ben più che sufficiente per meritare i tuoi dolcetti. Temo invece di trovare carbone, nella mia calza, quest’anno... Befana, lo ammetto, non ho pagato tutta l’Ici dovuta nella mia attività, ma non pensavo che poi fosse così grave. Anzi, mi sentivo quasi quasi il servo scaltro del Vangelo, perché quello che risparmiavo non lo usavo per me, ma per la buona causa comune. In fondo, io so dove vanno quei soldi, mentre nel calderone dell’Erario... chi può dirlo? Magari se li mangia qualcuno. Oggi non sono più così certo, anzi. Forse se in questo momento tanti ce l’hanno con noi cattolici è anche perché io ritenevo di essere furbo e che il bene prodotto con quegli euro venisse prima delle regole valide per tutti. Befana, appenderò comunque la calza e accetterò il tuo verdetto sul passato. Ma, in questo anno che inizia, te lo prometto: l’impegno anche fiscale per il bene di tutti d’ora in avanti verrà sempre prima della mia buona causa". Che te ne pare?
Lettera firmataMi pare, caro amico, e ti definisco tale perché so chi sei e quello che fai, che tu abbia compiuto senza dubbio due errori. Il primo è quello di non aver pagato interamente l’imposta dovuta su quella parte della tua attività che svolgi a fini di lucro anche se pure quel guadagno non lo tieni affatto per te, ma lo “investi” (come so bene) per i più poveri. La legge, checché se ne pensi e se ne dica, parla chiaro e io mi sono persino stancato di scrivere che le tasse sono come le azioni da gol nel calcio: si fa quel che si deve (cioè si paga) e, poi, eventualmente si discute… Il secondo errore è, a mio avviso, quello di auto-iscriverti alla categoria dei “furbi”. Sono ben altri quelli che meritano quell’etichetta. Tu, piuttosto, sei stato – perdonami, ma te la sei cercata – un po’ stupido. Perché chi fa il bene e finisce addirittura per sentirsi in colpa, ha proprio preso una cantonata... Ma questo è solo il mio parere. E visto che la lettera è in realtà rivolta alla Befana... fammi sapere qual è stato il giudizio di questa vecchia portatrice di doni: carbone o dolcetti. Una cosa però già la so: se ti arrivassero dei dolci, li regaleresti subito, ma sono convinto che riusciresti a usare a beneficio di qualcun altro, meno fortunato, anche il carbone. Buona festa dell’Epifanìa a tutti.