Tra le canonizzazioni previste nella solenne celebrazione eucaristica di questa domenica in piazza San Pietro spicca indubbiamente quella dei coniugi Luigi e Zelia Martin, genitori di Teresina di Lisieux. Intanto perché è la prima volta che due coniugi vengono contemporaneamente iscritti nell’albo dei santi e perdipiù dopo che già una loro figlia ha goduto dello stesso privilegio. E poi perché la cerimonia si inserisce in modo veramente esemplare nel contesto del Sinodo della famiglia. Senza contare che la celebrazione si svolge anche nella domenica in cui la Chiesa universale celebra la Giornata mondiale delle missioni di cui santa Teresa di Gesù Bambino è dal 1927 celeste patrona.Proprio questa eccezionalità della canonizzazione dei coniugi Martin giustifica quindi l’insolita presentazione ufficiale che è stata fatta ieri nella Sala Stampa vaticana, con la moderazione del vice-direttore padre Ciro Benedettini, su richiesta della Conferenza episcopale francese.Il carmelitano Romano Gambalunga, postulatore della causa di canonizzazione, ha ricordato la storia di questi due coniugi vissuti nella Normandia francese del 19° secolo, che dopo aver sentito il desiderio di entrare in monastero, furono portati dalla vita ad essere orologiaio e merlettaia. Dalla loro unione nacquero nove figli, ma solo cinque sopravvissero. Tra loro Marie-Françoise Thérèse, poi divenuta santa Teresa di Lisieux - canonizzata nel 1925 e dottore della Chiesa dal 1927 - e Léonie, il cui processo di beatificazione è stato aperto proprio nel luglio scorso. Il religioso italiano ha inoltre sottolineato come i coniugi Martin hanno saputo vivere «prima di tutto il matrimonio come vocazione», e poi vivere «anche il rapporto tra coniugi, quindi tra uomo e donna, come un’amicizia, dove c’è stima reciproca, dove si è alleati, dove si condivide un progetto comune, dove ci si aiuta anche ad educare i figli». E la loro canonizzazione dimostra che «la famiglia non è solo il luogo del conflitto, o dei problemi, ma il luogo dove si impara a comunicare, perché è il luogo in cui si impara a scoprire la bellezza del rapporto tra uomo e donna e tra genitori e figli». Nel corso del briefing è stato ricordato a Luigi e Zelia sono stati riconosciuti due miracoli: il primo per Pietro, bimbo italiano nato nel 2002 con una grave malformazione polmonare, e il secondo, successivo alla beatificazione, per Carmen, nata in Spagna nel 2008, prematura e con una grave emorragia cerebrale. I due piccoli domani saranno in piazza e porteranno le reliquie in processione. E il vice-postulatore padre Antonio Sangalli ha testimoniato «la riconoscenza grande» delle famiglie di questi bimbi, che hanno potuto capire che «il miracolo più grande - oltre alla guarigione dei figli - è quello di vedere attorno a sé riprendere in mano la vita cristiana di tante persone che si erano impegnate nella preghiera, nell’accompagnare tali famiglie in questo grave, difficile momento della loro vita».Alla conferenza stampa hanno partecipato anche padre Jean-Marie Simar, rettore del Santuario dei coniugi “Louis et Zélie Martin” di Alençon , (che ha osservato come i nuovi santi condussero «una vita molto ordinaria, una vita completamente semplice, che possiamo paragonare con la vita della Santa Famiglia di Nazareth») e padre Olivier Ruffray, rettore del Santuario di Lisieux («possiamo capire che Teresa ci ha parlato dell’amore di Dio, degli altri, quotidianamente, grazie ai suoi genitori che glielo hanno insegnato»).