Chiesa

Coronavirus. In Vaticano arrivano aiuti e una lettera dalla Cina

Stefania Falasca venerdì 3 aprile 2020

«Santo Padre, la preghiamo di prendersi cura anche di sé! Durante l’epidemia, abbia a cuore anche la Sua persona. Lo faccia per noi». È l’appello che i cattolici cinesi fanno arrivare a papa Francesco in una lettera aperta pubblicata oggi sul sito di Xinde Press, la più ampia piattaforma della comunicazione cattolica cinese. La stessa raccomandazione viene poi rivolta anche ai segretari di papa Francesco e a chi amministra Casa Santa Marta affinché «custodicano bene il Papa, in questo periodo difficile, e vigilino sulle distanze di sicurezza quando lui deve incontrare visitatori».

«E se deve per forza ricevere qualcuno o partecipare ad eventi con altre persone – si legge ancora nella lettera –, speriamo tanto che il Papa indossi anche lui una mascherina».


Non solo parole. Alla lettera che esprime tutta la loro amorevole sollecitudine verso il Papa in un momento in cui il pericolo incombe su tutti, i cattolici cinesi hanno unito anche aiuti concreti. Xinde Press è, infatti, anche l’organo di Jinde Charities, l’ente caritativo della Chiesa cattolica nella Repubblica popolare cinese. Ed è proprio tramite il coordinamento di Jinde Charities, che aiuti raccolti dai cattolici in Cina sono arrivati e stanno arrivando in Vaticano e in Italia con il supporto logistico dell’ambasciata italiana a Pechino e del Ministero degli esteri italiano.

Si tratta di tre spedizioni. Come informa nel dettaglio l’agenzia Fides, il 28 marzo, destinazione Vaticano, è giunta all’aeroporto di Malpensa di Milano la seconda spedizione di aiuti inviati dai cattolici cinesi, per un valore complessivo di 450mila euro. Attraverso la Farmacia Vaticana sono quindi stati smistati all’ufficio della pastorale sanitaria del Vicariato di Roma 10mila mascherine del modello N95, oltre 500mila mascherine usa-getta, 27mila guanti chirurgici, 8mila tute e 6mila occhiali di protezione. Diversi quantitativi degli stessi dispositivi sanitari sono stati poi inviati anche alla diocesi di Macerata, all’ospedale Gemelli dell’Università cattolica del Sacro Cuore e all’ospedale da campo della Associazione nazionale Alpini. Il primo carico di dispositivi sanitari spedito grazie alle raccolte dei cattolici cinesi era arrivato in Italia due settimane fa. Le attrezzature di protezione erano state prese in consegna e distribuite dalla Caritas Ambrosiana, nel territorio dell’arcidiocesi di Milano e in Lombardia, epicentro della pandemia. Il materiale sanitario, 10mila mascherine – aveva spiegato il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, – è stato utilizzato per la gestione delle emergenze e distribuito agli operatori e volontari impegnati nella rete dei servizi ecclesiali.


«Ora la terza spedizione – informa ancora l’agenzia Fides – è pronta a partire da Pechino con i primi voli disponibili diretti in Italia». Don Giovanni Battista Sun, presidente del Centro Studi “Li Madou” della diocesi di Macerata che ha dato i natali al gesuita Matteo Ricci, ha sottolineato come l’emergenza attraversata dall’Italia, il Paese del gesuita maceratese, abbia suscitato premurosa preoccupazione in tutti i cinesi, cattolici e non cattolici. Tra questi ultimi uno studioso ha voluto inviare a Jinde Charities 10mila yuan chiedendo di usarli per inviare aiuti proprio alla popolazione di Macerata.

Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria Covid-19, Papa Francesco ha manifestato pubblicamente la sua vicinanza alla popolazione cinese colpita dal virus anche con riferimenti diretti espressi al termine delle udienze generali del mercoledì o dopo la recita dell’Angelus domenicale. Il Segretario di Stato Pietro Parolin ha pubblicamente confermato che «il Santo Padre stesso ha voluto esprimere la sua vicinanza e solidarietà alla popolazione cinese, inviando un dono all’organizzazione caritativa Jinde Charities». Jinde Charities, la cui sede centrale si trova a Shi Jia Zhuang, circa 300 km da Pechino, si occupa principalmente di aiuti umanitari. La Santa Sede ha donato 200mila euro senza condizione agli organismi della Chiesa cattolica in Cina per le situazioni di sofferenza provocate dall’epidemia del Coronavirus. Un’iniziativa progettata a febbraio per esplicita volontà del Papa dopo aver informato in anticipo e comunicato i termini dell’azione di solidarietà alle autorità governative di Pechino. Il contributo è stato utilizzato per curare i danni causati dall’epidemia e per l’assistenza agli anziani.

Lo scorso venerdì 27 marzo, come gesto di fede e comunione, molti cattolici in Cina sono rimasti svegli in piena notte per seguire via internet l’atto straordinario di preghiera in tempo di epidemia presieduto da Papa Francesco in Piazza San Pietro. I cattolici in Cina «vivono quest’emergenza con senso di fede, confortati dai gesti e dalle parole del Papa che chiama tutti alla preghiera e alla solidarietà fraterna». «La carità cristiana – ha dichiarato padre John Baptist Zhang, responsabile di Jinde Charities – è senza confini, e sopratutto in questo momento è urgente guardare alle sofferenze di tutta la famiglia umana con lo spirito della carità cristiana, come ci insegna la fede e il magistero di tutti i papi».