Il gesto. I bambini di Gaza mandano un video al Papa: «Grazie per le tue preghiere»
C'è suor María del Pilar Llerena Vargas, missionaria dell’Istituto del Verbo Incarnato, che prende la parola davanti a un gruppo di bambini sorridenti. E poi ci sono loro, i piccoli della parrocchia latina della Sacra Famiglia, l’unica cattolica della Striscia di Gaza, che ringraziano in coro Papa Francesco e chiedono a lui e ai bambini del mondo di pregare per la pace e soprattutto di pregare per i bambini che sono costretti a vivere in guerra come loro. Il videomessaggio è stato registrato in vista dell'incontro
che si svolgerà lunedì in Vaticano, nell'Aula Paolo VI, tra Francesco e 8mila bambini provenienti da 84 Paesi del mondo ed è stato diffuso dal Sir. Un incontro per manifestare il sogno di tutti noi: tornare ad avere dei sentimenti puri come bambini. «Perché chi è puro come un bambino appartiene al Regno di Dio - aveva spiegato il Papa durante l'Angelus dello scorso 1 ottobre, presentando l'iniziativa - E perché i bambini sono l'alternativa alla guerra. Ci insegnano la limpidezza delle relazioni, l’accoglienza spontanea di chi è forestiero e il rispetto per tutto il Creato. Cari bambini, vi aspetto per imparare anch’io da voi!».
Da quando è iniziata la guerra Papa Francesco ha espresso continuamente la sua vicinanza e la preghiera alla piccola comunità cristiana gazawa, poco più di 1000 fedeli, dei quali un centinaio i cattolici e il resto greco-ortodossi. Quotidiane le sue telefonate al parroco padre Gabriel Romanelli, bloccato a Betlemme a causa della guerra in corso, al suo vicario a Gaza, padre Yusuf Asad e alle religiose che sono all’interno della parrocchia a dare accoglienza e sostegno agli oltre 700 sfollati che l’affollano.
L'incontro di lunedì in Vaticano
L'evento “Impariamo dai bambini e dalle bambine”, coordinato da padre Enzo Fortunato, è stato organizzato dalla comunità di Sant'Egidio, dalla Cooperativa Auxilium insieme agli Uffici scolastici regionali e con il patrocinio del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. «Alcuni arrivano dalle zone più difficili, povere e significative del pianeta. Davanti a una società in guerra l’uno con l’altro dove esistono contrapposizioni, muri ed esclusioni – dichiarano padre Enzo Fortunato, Marco Impagliazzo di Sant'Egidio e Angelo Chiorazzo di Auxilium -, una giornata mondiale dei bambini è il segno di un mondo diverso dove c’è posto per tutti, dove abita la pace e la fraternità. I bambini chiedono pace, rispetto e ascolto. È dovere del mondo degli adulti iniziare a prenderli sul serio». Tra quelli che parteciperanno all'incontro, e che hanno già preparato le loro domande per il Papa (c'è anche quella sul perché sia sempre vestito di bianco), l’elenco dei Paesi di provenienza comprende realtà come Marocco, Siria, Ucraina e appunto Israele e Palestina.