Chiesa

Messico. Giuseppini del Murialdo: il brasiliano Nadir Poletto nuovo superiore generale

Redazione Catholica venerdì 7 giugno 2024

padre Nadir Poletto nuovo superiore generale della Congregazione di san Giuseppe

Il 6 giugno, vigilia della solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, alle 17, a Città del Messico, il Capitolo generale della Congregazione di San Giuseppe ha eletto come superiore generale, per il sessennio 2024-2030, padre Nadir Poletto, brasiliano, di anni 54, nato a Vista Alegre do Prata, nello stato di Rio Grande do Sul. È il dodicesimo successore di San Leonardo Murialdo. Il XXIV Capitolo generale della Congregazione di San Giuseppe (i Giuseppini del Murialdo) è iniziato il 27 maggio scorso a Città del Messico sul tema “In ascolto del grido dei giovani e della terra, e animati dallo Spirito, come fratelli e sorelle, apriamo nuovi cammini di speranza”. Il Capitolo si tiene ad un anno dalla celebrazione del 150° di fondazione della Congregazione ad opera di san Leonardo Murialdo, il 19 marzo 1873, a Torino nella cappella del Collegio Artigianelli di corso Palestro di cui era rettore, che scelse come patrono san Giuseppe “educatore e padre”. Le prime parole di padre Poletto, all’atto di accettazione dell’incarico sono state: «Ringrazio tutti per la fiducia: sono sicuro che non mancherete di aiutarmi in questo servizio che mi affidate, così come sono certo che la Grazia di Dio mi sorreggerà nel cammino». Dopo il giuramento, il nuovo Superiore Generale ha ricevuto l’atto di ossequio e l’abbraccio dei confratelli capitolari e degli invitati. La cerimonia si è conclusa con il canto dei Primi Vespri della Solennità del Sacro Cuore di Gesù, presieduto dal Padre Generale eletto, con al suo fianco i padri Generali emeriti, padre Tullio Locatelli e padre Mario Aldegani. «Accompagniamo con la preghiera e l’affetto il nostro nuovo padre generale, - scrive in una nota il presidente del Capitolo generale padre Mario Aldegani- invocando su di lui i doni dello Spirito Santo, perché possa guidare e accompagnare la nostra famiglia religiosa nell’aprire nuovi cammini di speranza».