Chiesa

Bergamo. Giulia Gabrieli, morta a 14 anni: si apre il processo di beatificazione

Redazione Internet sabato 6 aprile 2019

Chiara Gabrieli

Domenica 7 aprile la Chiesa di Bergamo darà inizio ufficiale alla fase diocesana del processo di beatificazione: alle 20.30 nel Santuario di Stezzano, il vescovo Francesco Beschi presiederà un momento di preghiera durante il quale verranno letti il nulla osta concesso dalla Santa Sede e le nomine dei componenti del Tribunale diocesano e di coloro che si occuperanno della causa.

La vita di Giulia

Giulia Gabrieli è morta a 14 anni il 19 agosto del 2011, proprio negli stessi istanti in cui a Madrid si concludeva la Via Crucis della Gmg; la malattia l'ha colta a dodici anni, un sarcoma partito dalla mano sinistra l'ha costretta a due anni di cure, affrontate col sorriso. «Dichiarava tutto il suo amore per il Signore, al punto da indurre qualcuno a convertirsi. È stata sempre circondata dalla famiglia, che ne ha condiviso il percorso: aveva una misteriosa forza d'attrazione», ha raccontato tempo fa monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, a Tv2000. Il vescovo conobbe Giulia in occasione di una circostanza toccante, i funerali di Yara Gambirasio, uccisa a Brembate.

«Giulia era una ragazza solare, che amava comunicare e conoscere persone – ricordò a Tv2000 anche papà Antonio Gabrieli –. Giulia mi ha fatto conoscere la grande gioia della fede".

La lotta contro il tumore

La lotta contro il tumore è stata affrontata da Giulia con straordinaria forza d'animo, senza mai arrendersi al dolore. Lei non si abbatteva mai, anzi. Spesso era lei a far coraggio a familiari e amici. Chi la incontrava restava abbagliato dalla luce che si portava dentro. Invece di sprofondare nel buio della disperazione, Giulia ha illuminato il suo cammino e quello di chi le stava vicino. Fino all'ultimo ha voluto che le spiegassero le cure cui veniva sottoposta, sforzandosi di vivere pienamente il poco tempo che le restava. Un esempio per i coetanei, una lezione per gli adulti.

Pur con le forze che le venivano meno, aveva voluto sostenere a tutti i costi l'esame di terza media. L'aveva superato brillantemente, meravigliando la commissione riunita nel suo salotto. Aveva il dono della fede, Giulia. Un dono che le aveva consentito di afferrarsi a Dio nel momento più difficile. Durante le cure a Padova, andava spesso a pregare nella basilica di Sant'Antonio, dove trovava conforto. Era devota anche alla Madonna, un legame all'origine di due pellegrinaggi a Medjugorje. «Laggiù l'amore della Vergine è talmente forte che esplode in preghiera e conversioni», raccontava, aiutata dal suo precoce talento di giovane scrittrice. Nel 2009 aveva partecipato a un concorso letterario della biblioteca e l'aveva vinto.

Il sogno (realizzato) di scrivere un libro

Il suo sogno di scrivere un libro è diventato realtà grazie all'aiuto di Fabio Finazzi, a lungo giornalista di Avvenire e oggi al Corriere della Sera. Intitolato Un gancio in mezzo al cielo (Paoline) raccoglie i suoi pensieri durante la malattia. Parole in cui Giulia ha condensato tutta la sua volontà di non piegarsi di fronte al male. Alla fine ha vinto la sfida, perché è andata incontro al compimento della sua vita con passo sicuro. Dietro di sé ha lasciato ricordi intensi e bellissimi, come il suo sorriso. E un'eredità morale destinata all'aiuto del prossimo: papà Antonio, mamma Sara e il fratello Davide portano avanti il ricordo di Giulia anche attraverso l'associazione "conGiulia onlus", i cui progetti solidali sono dedicati in particolare al sostegno di giovani e bambini malati.

Il «processo» verso gli altari

In questa prima fase l’obiettivo - spiega il vicepostulatore don Mattia Tomasoni sul sito della diocesi - è quello di raccogliere tutta la documentazione volta a dimostrare l’esercizio “eroico” delle virtù da parte della serva di Dio. "In primo luogo sono stati già raccolti gli scritti editi di Giulia che verranno esaminati dai teologi censori, i quali, oltre a tracciare un profilo spirituale, per come emerge dagli scritti, controlleranno che non vi sia in essi niente di contrario alla fede e alla morale cattolica".

Una seconda tipologia di fonti riguarda ogni tipo di documento concernente Giulia e "anche quanto è nato attorno a lei, come la fondazione «con giulia» e le sue attività. Tale grande lavoro di raccolta è fatto dalla Commissione storica che, alla fine, dovrà stendere a sua volta una relazione documentata a riguardo. Un ultimo grande insieme di materiale è infine composto dalle molte testimonianze delle persone che l’hanno conosciuta che avranno modo di essere interrogate dal Tribunale ecclesiastico".

"Al termine della fase diocesana - continua don Tomasoni - tutto il materiale raccolto verrà inviato a Roma, presso la Congregazione delle Cause dei Santi, per essere a sua volta analizzato dalle persone incaricate. Il lavoro che ci sta davanti è lungo e chiede di essere svolto con accuratezza e precisione. Non vuole essere una mera complicazione burocratica che toglie freschezza alla testimonianza della santità, ma è il modo concreto scelto dalla Chiesa per garantire l’autenticità della testimonianza facendo in modo sia che non vada persa, sia che possa essere poi goduta con tutta la profondità e la verità che merita.