L’anniversario. Giovanni Paolo II, Cracovia ricorda il «suo» Papa a 19 anni dalla morte
Alle 21.37 di questa sera, come avviene ormai da anni, davanti alla finestra dell’episcopio di Cracovia i fedeli si sono radunati in preghiera per ricordare il momento esatto della morte di san Giovanni Paolo II. Da quella finestra più volte, durante le sue visite da Pontefice papa Wojtyla si affacciava per salutare, soprattutto i “suoi” giovani. E lo fece anche papa Francesco, durante il viaggio per la Gmg del 2016, Anno Santo Straordinario della Misericordia.
Oggi è il 19esimo anniversario della morte di san Giovanni Paolo II. Avvenuta esattamente alle 21.37 del 2 aprile 2005. Quella sera, in piazza San Pietro fu l’allora sostituto delle Segreteria di Stato, Leonardo Sandri (poi cardinale) a dare la notizia al mondo. «Carissimi fratelli e sorelle, alle 21.37, il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla Casa del Padre, preghiamo per lui». Subito dopo fu intonato il Salve Regina e le campane della Basilica di san Pietro suonarono a lutto. E per diversi giorni più di tre milioni di persone, giunte a Roma da tutto il mondo, si misero in fila per rendere omaggio al Papa che aveva cambiato la storia. Alcuni dovettero fare anche ventiquattro ore di fila prima di entrare nella Basilica di San Pietro, trasformata - come sempre avviene in occasione della morte dei Papa - in una gigantesca camera ardente.
Anche oggi in molte parti d’Italia e del mondo si è pregato per il Papa polacco. E quest’anno la data del 2 aprile ha assunto anche una valore particolare. È diventata infatti l’inizio di una sorta di pellegrinaggio spirituale che culminerà il 27 aprile prossimo, data del decennale della canonizzazione a tempo di record di Giovanni Paolo II da parte di papa Francesco.
Quel giorno, infatti, nella Basilica di San Pietro - con inizio alle 17 - verrà celebrata una Messa cui tutti i fedeli sono invitati (per partecipare non è necessario nessun biglietto) e che sarà presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Sacro Collegio. Il porporato fu uno dei collaboratori più stretti del Pontefice ora santo, prima come sostituto della Segreteria di Stato, quindi come Prefetto della Congregazione per i Vescovi.
Primo Papa non italiano dopo 455 anni, cioè dai tempi di Adriano VI (1522-1523), è stato inoltre il primo Pontefice polacco della storia e il primo proveniente da un Paese di lingua slava. Il suo pontificato è durato 26 anni, 5 mesi e 17 giorni ed è stato il terzo più lungo in assoluto, dopo quello di Pio IX (31 anni, 7 mesi e 23 giorni) e quello di san Pietro, tradizionalmente misurato dal 33 al 67 d.C.
Pontificato eccezionale sotto molti aspetti. Legato sotto il profilo storico alla caduta del muro di Berlino e dei regimi comunisti dell’est e all’introduzione della Chiesa nel terzo millennio (secondo la “profezia” avveratasi del cardinale Stefan Wyszyski, primate di Polonia). E dal punto di vista pastorale ancorato allo straordinario rapporto con i giovani (sua l’invenzione delle Giornate mondiali della Gioventù), all’attenzione alla famiglia, all’ecumenismo, al dialogo interreligioso (primo Pontefice a recarsi in visita in una sinagoga e in una moschea), alla cultura (fu negli anni giovanili poeta e attore e scrisse da Papa che «una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta»), alle diverse realtà territoriali di tutto il mondo. Suo il record dei viaggi: 104 internazionali e 148 in Italia, oltre alle parrocchie di Roma (317 visitate su un totale di 333).
Papa mariano per antonomasia, a partire dal suo motto («Totus tuus»), tratto dal dalla preghiera di consacrazione a Maria presente nel Trattato della vera devozione alla Santa Vergine di san Luigi Maria Grignion de Montfort, papa Wojtyla attribuì all’intervento della Vergine l’essersi salvato dall’attentato subito in piazza san Pietro il pomeriggio del 13 maggio 1981, giorno della memoria liturgica della prima apparizione della Madonna ai pastorelli di Fatima. Successivamente, durante il suo viaggio al santuario portoghese, il 13 maggio 2000 Giovanni Paolo II autorizzò la pubblicazione della terza parte del “Segreto” affidato da Maria ai bambini e trascritto da Suor Lucia, riferendo a se stesso, proprio in occasione dell’attentato, la visione del vescovo vestito di bianco colpito a morte.
L’iter di canonizzazione è stato velocissimo. Già la folla lo acclamò «santo subito» il giorno dei suoi funerali, presieduti dall’allora cardinale decano, Joseph Ratzinger. Il quale, divenuto Papa, il 28 aprile 2005 dispensò dai cinque anni canonici dalla morte per aprire la causa, il cui inizio avvenne a Roma il successivo 28 giugno ad opera del cardinale vicario Camillo Ruini. La beatificazione presieduta da Benedetto XVI si svolse il primo maggio 2011, mentre la canonizzazione - come già ricordato - il 27 aprile 2014 nella domenica detta dei “quattro Papi”, perché insieme con lui fu canonizzato Giovanni XXIII e al rito presenziò anche Benedetto XVI, ormai Papa emerito, oltre a Francesco che lo presiedette.
Per Giovanni Paolo II sono stati accertati due miracoli: la guarigione di suor Marie Simon-Pierre Normand dal Parkinson e la guarigione di Floribhet Mora, in seguito a un aneurisma che le aveva causato una grave emorragia cerebrale.