Si saprà il primo maggio, ossia il giorno stesso della beatificazione, in quale data cadrà la festa liturgica di Giovanni Paolo II-Karol Wojtyla. Ma, soprattutto, quel giorno si saprà se la richiesta avanzata dalla diocesi di Roma, di ammettere da subito il nuovo beato al 'culto universale' – prerogativa che spetta ai santi – sarà stata accettata.A rivelarlo è stato il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, nella conferenza stampa convocata ieri nella Sala Stampa vaticana in vista della cerimonia del prossimo primo maggio. «Chi è santo è santo perché vive di Dio, e lo è fin dal Battesimo », ha affermato il cardinale spiegando il perché della richiesta del 'culto universale' che, se accettata, sarebbe senza precedenti, almeno nei tempi moderni. «Dal punto di vista sostanziale – ha aggiunto – Giovanni Paolo II è già santo», anche se la cosa «verrà riconosciuta in un momento successivo. L’unica differenza è che nella canonizzazione viene impegnata l’infallibilità papale, mentre non è così nella beatificazione», ed è per questo che la norma canonica riserva ai nuovi beati solo il culto locale.Se Benedetto XVI accetterà questa richiesta, sarà un altro unicum in quella che è stata la causa più veloce (sei anni e un mese) della storia e per la quale il primo maggio si prevede un afflusso di fedeli imponente. Ma non c’è, per questo, nessuna preoccupazione: «Chiunque vuole può venire, ci sarà posto per tutti», ha spiegato l’amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, don Cesare Atuire, che ha illustrato il piano 'modulare' per permettere, attraverso la dislocazione di maxischermi, che tutti possano seguire la cerimonia. Quanti? Im- possibile, per ora dirlo, ma come ha spiegato il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, tutti quelli che verranno avranno la possibilità di venerare il feretro di Giovanni Paolo II , che resterà esposto davanti all’altare della Confessione «fino a che sarà necessario», notti comprese – con la sola interruzione per la Messa di ringraziamento del 2 maggio, celebrata dal cardinale Tarcisio Bertone – a partire dal termine della cerimonia del primo maggio.Il primo a rendere tale omaggio sarà, ovviamente, papa Ratzinger, seguito dai cardinali concelebranti, e dopo circa un’ora sarà consentito l’accesso di tutti i presenti, delegazioni ufficiali comprese. Queste ultime, per inciso, sono ancora in via di definizione, per cui «ancora non si conoscono tutti i nomi, «a parte quelli già confermati del re del Belgio e, ovviamente, del presidente della Repubblica di Polonia». Solo quando sarà terminata la processione dei pellegrini, la salma di papa Wojtyla, che non sarà esposta, verrà tumulata nella nuova collocazione della cappella di San Sebastiano, mentre l’urna del beato Innocenzo XI sarà trasferita il 29 aprile all’altare della Trasfigurazione. Le Grotte Vaticane saranno chiuse al pubblico, il 29 e 30 aprile. Venerdì 29, sarà sollevata la pietra tombale della tomba di Giovanni Paolo II, e la cassa verrà posta sul carrello, davanti alla tomba di san Pietro, dove rimarrà fino alla mattina del primo maggio, quando appunta sarà portata in Basilica. L’accesso alla piazza per la cerimonia, come già annunciato, sarà libero, e verrà consentito a partire dall’alba. La comunione verrà distribuita da cinquecento sacerdoti (in piazza san Pietro e piazza Pio XII) e da altri trecento su via della Conciliazione. Previsto anche un massiccio afflusso di giornalisti: già cinquecento sono le richieste di accredito, e altre ancora sono in arrivo.