Giornata dei missionari martiri. Il dono della vita come «voce del verbo» amare
Il prossimo 24 marzo la Chiesa italiana celebra la 30ª Giornata in memoria dei missionari martiri, che quest’anno ha per titolo “Voce del Verbo”. L’iniziativa è promossa da Missio Giovani, settore della Fondazione Missio (organismo pastorale della Cei) erede dell’identità del Movimento giovanile missionario delle Pontificie Opere missionarie, che 30 anni fa istituì l’appuntamento.
È nelle periferie più remote del mondo, al fianco degli ultimi e egli impoveriti della Terra che troviamo i missionari: donne e uomini, annunciatori della Buona Notizia di Cristo, portatori di speranza e curatori delle profonde piaghe dell’umanità ferita. All’origine di ogni missione c’è un “sì”, un “eccomi”: semplici parole pronunciate di fronte al Padre, promessa della quale tutta la Chiesa si fa testimone e sostenitrice attraverso le proprie comunità.
Guarda il video sulla vita e la fede di Charles de Foucauld:
Che sia geografico e conduca nell’altra metà del globo o esistenziale in rotta al di fuori di sé, è un viaggio che caratterizza la missione, e come tutti i viaggi comporta piccoli o grandi rischi. Quando poi, a questi, si aggiunge la scelta di schierarsi, laddove si poggiano i piedi, con chi subisce i soprusi dei potenti e soffre la fame, la guerra e la miseria, ecco che quel rischio diventa esponenziale. La scelta della data ricade non a caso nel giorno del martirio di san Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, noto alla storia per la sua vicinanza al popolo salvadoregno oppresso da un sistema politico a protezione delle élite e assassinato da un cecchino dell’esercito nazionale il 24 marzo 1980, pochi giorni dopo la sua denuncia dell’impiego di bambini orfani per la mappatura dei campi minati.
I giovani missionari, che nella coerenza dei martiri e della loro fede professata fino all’ultimo istante di vita trovano testimoni credibili del Vangelo, hanno scelto per la 30ª Giornata lo slogan “Voce del Verbo”, voce del Dio incarnato, del Cristo compagno di strada dell’umanità. Il missionario martire inoltre è la voce amplificatrice di chi non ha voce, è la cassa di risonanza di chi soffre, di chi subisce nel silenzio.
Ogni anno, ancora oggi, sono decine i missionari che perdono la vita nell’atto dell’annuncio, uccisi perché scomodi a chi vede nel povero una risorsa di guadagno. Allo stesso modo le testimonianze che ci giungono dal mondo raccontano di interi popoli perseguitati, popoli martiri, vittime di un sistema che garantisce una vita agiata, di sprechi ed eccessi ad una fetta di mondo, guardando alla restante parte come terra da sfruttare e privare delle preziose risorse in essa contenuta.
Il ruolo dei cristiani qui in Italia è quantomai cruciale nella celebrazione di questa Giornata; non solo per fare memoria di chi ha speso la propria vita per la missione, ma anche come affermazione del sostegno che le nostre comunità offrono alle donne e agli uomini sul campo e ai popoli con cui condividono la vita. Le testimonianze dei martiri raccontano del forte sentimento di sostegno che hanno percepito da parte della Chiesa che li ha inviati; per alcuni, nel silenzio della prigionia, le preghiere dei propri cari erano l’unico appiglio per restare saldi alla fede e alla speranza, per altri la consapevolezza di non essere soli ma che tutta la Chiesa li stesse sostenendo è stato scudo di fronte alle intimidazioni e alle minacce di morte.
Quando il male ha prevalso, la vita dei missionari martiri non è andata perduta: sono caduti nella terra divenendo germoglio per intere comunità, rinsaldando quella fede che neppure la morte può mettere a tacere. Nonostante ciò, non è di eroi che stiamo parlando. Scorrendo la biografia di queste sorelle e fratelli non troviamo gesta eroiche o fatti eclatanti ma vita quotidiana, fatta di piccoli momenti di vicinanza, di vita condivisa, di segni di amore semplici e spassionati.
La Giornata dei missionari martiri è un’opportunità per ciascuno di noi, per rileggere il nostro credo alla luce dell’estrema testimonianza, per vivere la Quaresima con spirito di umiltà, compassione e prossimità sia alle sorelle e i fratelli che coltivano la propria fede nel segreto sfuggendo alla persecuzione, sia alle donne e agli uomini che scelgono di non tacere, a costo della vita.
Giovanni Rocca è segretario nazionale di Missio Giovani
Da sapere: nel 2021 22 vittime
Secondo i dati raccolti dall’Agenzia Fides, nell’anno 2021 sono stati uccisi nel mondo 22 missionari: 13 sacerdoti, 1 religioso, 2 religiose, 6 laici. Riguardo alla ripartizione per continenti, il numero più elevato si registra in Africa con 11 vittime (7 sacerdoti, 2 suore e 2 laici), seguita dall’America con 7 (4 preti, un religioso e 2 laici), l’Asia con 3 (1 prete e 2 laici) e l’Europa con una vittima (un sacerdote).