Chiesa

Il documento. L'11 la Giornata del malato. I Fatebenefratelli: ricordiamo i religioni accanto a chi soffre

lunedì 9 febbraio 2015
Le parole del Papa, che smascherano la "grande menzogna" secondo cui «le vite gravemente affette da malattia non sarebbero degne di essere vissute». E le parole del Presidente della Repubblica, per il quale garantire la Costituzione Italiana significa anche «garantire i diritti dei malati». L’Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli, che celebra nel 2015 il suo anno vocazionale, sottolinea con un documento della provincia Lombardo-Veneta che la Giornata Mondiale del Malato, che si celebra il giorno 11 febbraio, «non è una ricorrenza astratta». Basterebbe a sancirlo il ricordo, ancora vivo, del sacrificio di quattro frati in Africa, dove l’ordine gestisce gli ospedali assediati dal virus Ebola. Ma il documento si sofferma anche su altre forme di sacrificio: «anche se non fa notizia – vi si legge - ogni giorno i religiosi offrono la propria vita agli altri con spirito evangelico. La Giornata del malato è un’occasione per ricordare l’importanza del loro ruolo e della preparazione con cui accompagnano chi soffre in un tempo che svaluta il valore della vita, un altro tema toccato dal Papa». Su questo punto, i Fatebenefratelli hanno promosso un corso per gli operatori sanitari con l’Università cattolica, a Brescia, che affronta il problema dell’accompagnamento spirituale sotto il profilo terapeutico: «Si tratta di un approccio nuovo che si fonda sulla consapevolezza che la malattia è un incontro spirituale ed una esperienza fisica ed emotiva, di particolare difficoltà o turbamento che, come può risolversi in bene o in male sul piano fisico, può avere sbocchi positivi o negativi anche su quello morale. L’accompagnamento spirituale del sofferente non è proselitismo e non ha l’obiettivo di offrire al paziente un significato alle sue sofferenze, ma di assisterlo in un cammino che, partendo dalle sue domande, attraverso il dolore della crisi, lo conduca ad elaborare un ‘suo’ significato, quel significato che può far integrare la sofferenza nel più ampio contesto della sua vita. Questo vale anche per un credente: ricerca di senso vuol dire riuscire a dare un significato che aiuti a ‘gestire’ la sofferenza nell’ambito di un rapporto con Dio, un rapporto da conquistare anch’esso nell’alternarsi degli stati d’animo della paura di Dio e dell’abbandono a Dio, che sembrano contraddistinguere il mondo spirituale del malato. Questo approccio consente all’operatore sanitario – e non solo al religioso - di superare la “menzogna sulla qualità della vita” di cui parla papa Francesco, che nel messaggio ricorda come sia una "grande menzogna" quella che «si nasconde dietro certe espressioni che insistono sulla “qualità della vita” per indurre a credere che le vite gravemente affette da malattia non sarebbero degne di essere vissute». Subito dopo le parole del Papa viene ricordato il primo discorso del nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, «il quale ha dimostrato di non dimenticare che quello della malattia è un luogo privilegiato per saggiare difficoltà e speranze: la garanzia più forte della nostra Costituzione consiste, ha detto Mattarella, nella sua applicazione e tra gli esempi ha citato la ricerca d’eccellenza, e la capacità dello Stato di garantire i diritti dei malati, nonché la rimozione di ogni barriera che limiti i diritti delle persone con disabilità». Ma le parole del Presidente che hanno più toccato i religiosi riguardano un punto su cui i Fatebenefratelli, che gestiscono numerose strutture di riabilitazione psichiatrica, lavorano quotidianamente, e cioè «la necessità che “negli uffici pubblici e nelle istituzioni possano riflettersi, con fiducia, i volti degli italiani: il volto spensierato dei bambini, quello curioso dei ragazzi. i volti preoccupati degli anziani soli e in difficoltà il volto di chi soffre, dei malati, e delle loro famiglie, che portano sulle spalle carichi pesanti”. Già, le famiglie dei malati, delle quali raramente ci ricordiamo… Grazie Presidente» conclude il documento dell’Ordine Ospedaliero San Giovanni di Dio.