San Pietro. «La difesa del Creato inizia da noi stessi»
Accanto al Papa, cardinali di Curia e vescovi. Nella basilica, dopo l'invito dello stesso pontefice, sono accorsi circa duemila fedeli. Per laliturgia è stata scelta la lettura del Vangelo di Matteo nel quale Gesù chiama a scegliere tra Dio e la ricchezza.
"La fede in un Dio creatore e nell'uomo fatto a immagine di Dio, non è una minaccia, ma piuttosto una garanzia per il Creato, e la più forte di tutte. Dice che l'uomo non è padrone assoluto delle altre creature; deve rendere conto di quello che ha ricevuto", ha spiegato ancora padre Cantalamessa. "Una riprova che non è la visione biblica a favorire la prevaricazione dell'uomo sul Creato - ha proseguito -, è che la mappa dell'inquinamento non coincide affatto con quella della diffusione della religione biblica o di altre religioni, ma coincide piuttosto con quella di una industrializzazione selvaggia, volta solo al profitto, e con quella della corruzione che chiude la bocca a tutte le proteste e resiste a tutti i poteri".Soffermandosi poi sul Cantico delle Creature di Francesco d'Assisi, che il Papa ha "scelto come cornice spirituale per la sua enciclica", Cantalamessa ha sottolineato che "Francesco è la prova vivente dell'apporto che la fede in Dio può dare allo sforzo comune per la salvaguardia del Creato. Il suo amore per le creature è una conseguenza diretta della sua fede nella paternità universale di Dio. Non ha ancora le ragioni pratiche che abbiamo noi oggi per preoccuparci del futuro del pianeta: inquinamento atmosferico, scarsità di acqua pulita... Il suo è un ecologismo puro dagli scopi utilitaristici, per quanto legittimi, che abbiamo noi oggi".Per il predicatore pontificio, "Francesco ci addita la strada per un cambiamento radicale nel nostro rapporto con il Creato: essa consiste nel sostituire al possesso la contemplazione. Egli ha scoperto un modo diverso di godere delle cose che è quello di contemplarle, anziché possederle. Può gioire di tutte le cose, perché ha rinunciato a possederne alcuna"."Penso che se vivesse oggi - ha concluso Cantalamessa - egli aggiungerebbe un'altra strofa ancora al suo cantico: Laudato sii, mi Signore, per tutti quelli che lavorano per proteggere nostra sorella madre Terra, scienziati, politici, capi di tutte le religioni e uomini di buona volontà. Laudato sii, mi Signore per colui che, insieme con il mio nome, ha preso anche il mio messaggio e lo sta portando oggi a tutto il mondo!".