Chiesa

La testimonianza. Guardare negli occhi le vittime della tratta

martedì 3 febbraio 2015
Nel corso della presentazione dell Giornata contro la tratta degli esseri umani, che si terrà l'8 febbraio, suor Valeria Gandini, missionaria comboniana, ha portato una significativa testimonianza sul dolore che la tratta provoca nelle vittime. "La tratta delle persone è un crimine contro l’umanità". Queste sono parole di Papa Francesco. Per capire che cosa significhi tratta degli esseri umani, bisogna incontrare le vittime, ascoltarle, guardarle negli occhi, abbracciarle. Parlare con la donna che ha subito violenza, che si trova priva della sua libertà, che è continuamente sorvegliata dai suoi padroni, violentata, minacciata, comprata e venduta, e obbligata al silenzio.. e condividere con lei i sentimenti, le emozioni, le paure, è qualcosa di indescrivibile… è toccare con mano il fenomeno della tratta. Nella mia esperienza di missionaria comboniana, ho incontrato tanti fratelli e sorelle, in paesi lontani e diversi: in Sudan, in Ethiopia, in Uganda. Al mio ritorno in Italia, ho conosciuto il fenomeno migratorio, tante persone con alle spalle sofferenze enormi, distacchi dolorosi e il desiderio di una vita migliore. Molti di loro hanno trovato una sistemazione, altri, vivono ancora nel disagio e nelle difficoltà. Nel Centro di Ascolto della Caritas di Verona, dove ho prestato servizio per 20 anni, ho conosciuto tante donne che venendo in Italia in cerca di lavoro per sostenere le loro famiglie, si sono trovate schiave, obbligate a vendere il loro corpo. Sono giovani donne, mamme di famiglia, sono minorenni e tutte chiedevano: ascolto, accoglienza, un lavoro pulito. Chiedevano comprensione e preghiere. Ricordo Lucy, costretta ad abortire otto volte, era terrorizzata perché vedeva sangue uscire dal rubinetto dell’acqua, e a chi poteva dirlo? Con chi poteva confidarsi? Osagje, l’ho incontrata in Ospedale, era grave, in dialisi… mi diceva:" Il freddo della notte mi è penetrato nelle ossa e in tutto il corpo, per questo mi sono ammalata. E’ morta a 25 anni. Ho conosciuto donne impazzite, come Edith, che vedeva uomini cattivi entrare dalla finestra, e dietro le porte e gridava aiuto. Gala ripeteva sempre: "Suora, nessuno può capire la vergogna e la paura che si prova stando nuda sulla strada. Prima di uscire faccio il Segno della Croce e quando rientro ancora, e dico Grazie a Dio per essere tornata a casa viva". Una cosa mi ha sempre sorpresa in queste sorelle, pur nella loro situazione di sofferenza e di confusione portano sempre dentro di loro il desiderio di vivere, la capacità di generare, di proteggere e far crescere la vita in situazioni di non vita. La tenacia nella lotta e la speranza inamovibile per un futuro migliore, e il sacrificare se stesse fino a morire pur di risparmiare i loro cari. Ricordo Norah. Volevano farla abortire, nonostante l’abbiano riempita di botte e calci, ha protetto e salvato il suo bimbo. Mercy, da Roma, ha potuto fuggire al Nord perché una ragazza le ha consegnato tutto il guadagno della notte per pagare il biglietto. Da 5 anni mi trovo a Palermo, in Sicilia, terra dove convivono povertà e solidarietà, indifferenza e accoglienza, individualismo e condivisione, mafia e fame di legalità. Terra ad alto rischio di sfruttamento per i Migranti, per i tanti che arrivano: i richiedenti asilo, i minori non accompagnati, donne, le vittime di tratta… tutti, dopo una prima accoglienza sono lasciati a loro stessi. Secondo i dati del Ministero degli Interni: più di 160.000 migranti sono sbarcati nell’Isola nel 2014. Più evidente il caso delle donne vittime di tratta: secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM) nel 2014 c’è stato un incremento del 335% del numero delle donne nigeriane arrivate, 1.454 contro le 433 dell’ anno precedente. Tra gli indicatori delle vittime di tratta rileviamo: i riti woodo, i viaggi, gli abusi sessuali in Libia, l’arrivo in Italia con l’inizio dello sfruttamento per ripagare il debito. Le ragazze non chiedono aiuto, vivono nella paura e vergogna in silenzio, un silenzio che per noi è assordante. Ultimamente le ragazze sulla strada sono aumentate e sono sempre più giovani. Spesso si tratta di ragazze arrivate con i barconi. Succede anche che nei Centri di Accoglienza alcuni gruppi lavorano sulle ragazzine più giovani per avviarle sulla strada. Le incontriamo in città e ci raccontano di provenire da Centri di Accoglienza di varie parti della Sicilia, ma alla richiesta di farci vedere il tesserino ci hanno risposto che lo avevano altri connazionali che timbravano per loro la presenza. Quando andiamo da loro con l’Unità di Strada, ci accolgono, ci fanno festa, preghiamo insieme, ma basta un piccolo rumore per farle preoccupare. Hanno paura di essere viste. I magnaccia le picchiano se non portano i soldi a casa. Spesso mi sono chiesta e mi chiedo ancora: Cosa ci dicono queste donne-bambine, nude, sulle nostre strade, a tutte le ore? Cosa ci dicono? Che nome dare ai clienti che sono i nostri nonni, mariti, fidanzati, figli, fratelli? Queste sorelle sono lì, esposte ai "lupi", e molte di loro bevono alcool per trovare il coraggio di stare in strada. Cosa facciamo a Palermo? Presso la Caritas sono stati attivati alcuni servizi specifici rivolti alle vittime della tratta. Servizi come: Ascolto, Accompagnamento psicologico, Consulenza legale, Collaborazione con Case di Accoglienza attive nel territorio regionale e nazionale. Abbiamo attivato una Unità di Strada con uscite settimanali per incontrare le ragazze e instaurare con loro rapporti di fiducia e amicizia, e loro ci aspettano soprattutto per condividere momenti intensi di preghiera, anche con il canto e la danza, e ogni volta riceviamo riconoscenza e una crescente fiducia. Le ragazze che incontriamo sono Africane, la maggior parte della Nigeria. Un‘altra Unità di Strada incontra ragazze dei paesi europei, provenienti dalla Bulgaria, dalla Polonia, ma soprattutto dalla Romania. Abbiamo scritto una lettera indirizzata ai clienti che distribuiamo ai gruppi giovanili, nelle parrocchie e ai clienti, quando abbiamo l’occasione. L’Usmi Regionale, l’Associazione comunicazione e cultura paoline Onlus e la Caritas hanno organizzando, nella sede Rai di Palermo due Convegni sulla tratta in Sicilia, dal titolo: "Le Religiose si interrogano per conoscere – comprendere e agire", che è stato seguito in diretta streaming da migliaia di persone. Altre realtà presenti a Palermo sono il Coordinamento Anti-tratta "Favour and Loveth" che prende il nome di due ragazze uccise alcuni anni fa e che unisce una trentina di Associazioni e Movimenti. Il progetto: "Tratta, la Scuola non Tratta" che vede protagonisti gli studenti e docenti della scuola "Alessandro Volta" del quartiere Brancaccio. La tratta degli esseri umani ci umilia. Ferisce la dignità di tutte le persone, sfigura il volto umano di bambini, uomini e donne vittime, e lacera vite e storie di vita individuale e famigliare. La tratta scandalizza, stravolge la dignità umana e il volto umano di quanti fanno della tratta fonte di lucro e di piacere. Papa Francesco nel suo messaggio per la giornata mondiale della pace 2015 ci sprona a non "voltare lo sguardo di fronte alle sofferenze dei nostri fratelli e sorelle in umanità, privati della libertà e della dignità, ma di avere il coraggio di toccare la carne sofferente di Cristo che si rende visibile attraverso i volti innumerevoli di coloro che Egli stesso chiama "questi miei fratelli più piccoli" (Mt. 25,40)". Un grazie a Papa Francesco da parte di tutte noi.