Chiesa

L'intervento. Il Papa a Milano il 7 maggio Poretti: «Viene per il Triplete»

Giacomo Poretti domenica 1 novembre 2015
È iniziato il conto alla rovescia per noi milanesi perché il 7 maggio dell'anno prossimo papa Francesco verrà a farci visita. È un peccato che abbia scelto quella data perché in questo modo non potrà vedere la nebbia che, assieme alla cotoletta alla milanese, è un po' il nostro vanto, un po' come l'escargot e la Tour Eiffel per Parigi, le tapas e la Sagrada Familia per Barcellona o i würstel e le macchine scarburate per Berlino. Non vedrà nemmeno il fantasmagorico e chiassoso luna park dell'Expo che per quella data sarà già bello che smontato con i suoi mattoncini di lego riposti nelle scatole. Ma forse il Papa argentino ha scelto apposta quella data, primo perché senza la nebbia non si potrà dire «non si vedeva bene, non l'ho visto», e secondo perché senza il frastuono dei padiglioni nessuno potrà dire «c'era baccano e non l'ho sentito». Ho un forte sospetto che papa Francesco non venga a Milano nemmeno per farsi un giro in barchetta sul Naviglio e sulla Darsena né tantomeno per visitare lo stadio di San Siro a cui avranno stirato le rughe e rifatti gli zigomi per la finale di Champions League (a proposito il Papa ha risposto alle autorità locali e regionali confermando la sua impossibilità di realizzare il miracolo di portare le due squadre milanesi in finale; il Santo Padre ha altresì precisato che nemmeno il Suo Datore di Lavoro, che pure di miracoli ne ha realizzati, sia in grado di operare un gesto così eclatante). Se conosco gli argentini quelli non li freghi con un piatto di tempura, quadrilateri di moda o palazzi con il bosco in casa; gli argentini sono gente vagamente malinconica, determinata ed essenziale, un po' come i milanesi. Se conosco gli argentini, il 7 maggio dovremmo aspettarci una bella strigliata, anzi non proprio una strigliata, un incoraggiamento, un ambizioso incoraggiamento. Io li conosco gli argentini: il primo è arrivato 20 anni fa e sembrava che dovesse finire in una parrocchia di provincia per giocare il campionato di terza categoria, poi ne sono arrivati altri con l'aria da condottieri e da principi, e assieme al primo, che nel frattempo era diventato il capitano, hanno vinto il massimo che si poteva ambire: il «Triplete». Ora ho capito perché papa Francesco verrà a Milano. Papa Francesco chiederà a Milano, città del «Triplete», di rivivere quell'evento miracoloso: buoni, teneri, misericordiosi! Una richiesta scandalosa! Nemmeno Mourinho ha preteso tanto. Ma evidentemente il Papa (diciamo così: il nostro Presidente della fede) sa che Milano ha un Allenatore delle anime di prim'ordine; e poi il Papa pretende l'impossibile da noi perché sa qual è il motto della nostra città: Milan col coeur in man.                                               da Milano 7