A Limone Piemonte, sulle Alpi cuneesi, si celebrano nel pomeriggio i funerali di un "prete giusto": don Francesco Brondello, morto a 94 anni a Fontanelle di Boves, la casa di riposo del clero. Un sacerdote dalla vita intensa, sotto il segno della solidarietà e dell'aiuto concreto verso le persone in difficoltà e soprattutto i giovani. Originario di Borgo San Dalmazzo (vi era nato l'8 maggio 1920), centro alle porte di Cuneo,
era amico fraterno e coetaneo del compaesano don Mario Ghibaudo, il giovane vice parroco di Boves, ucciso dai nazisti il 19 settembre 1943, nel corso del primo eccidio compiuto dalle SS in Italia. Per lui e l'allora parroco don Giuseppe Bernardi è stata aperta la causa di beatificazione. Don Brondello per molti anni ha continuato a mantenere vivo il ricordo di questi suoi confratelli trucidati.
Sempre in quei giorni drammatici dell'occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale, lo stesso don Brondello si prodigò per nascondere e salvare sia partigiani che ebrei, questi ultimi destinati al locale campo di concentramento e in fuga da st. Martin Véubie. Mentre era vice parroco a Valdieri, aiutò due donne ebree (Gitta Horowitz e la madre Hannah) che anni dopo testimoniarono la grandezze delle sue azioni. Questo gli valse il prestigioso riconoscimento di
"giusto tra le nazioni", che gli fu conferito il 2 settembre 2004 nella sinagoga di Cuneo.
Il nome di don Francesco resta legato anche a una sua realizzazione: l'Alpe di Papa Giovanni a Limonetto, una frazione della località sciistica di Limone Piemonte. Un progetto cui ha dedicato cinquant'anni della propria vita, trasformando alcune baite alpine e la natura circostante in un centro di spiritualità per offrire una pausa di contemplazione a giovani e adulti, con giornate di silenzio ed esperienze di deserto. Un luogo cui era fortemente legato e dove saranno portate le sue ceneri in primavera con il ritorno del bel tempo.
La cerimonia funebre di don Brondello è stata presieduta dal vescovo di Cuneo, monsignor Giuseppe Cavallotto.