Manila. Francesco, Tagle, e "maestra povertà"
Quando un anno fa gli chiesero se considerasse papa Francesco un rivoluzionario, il cardinale di Manila, Luis Antonio Tagle, aveva risposto senza battere ciglio e senza enfasi: «Fa cose antichissime come toccare i malati, i poveri e baciare i bambini». «I poveri sono i nostri maestri», ha ripetuto più volte il cardinale di Manila parlando dell’Anno dei poveri proclamato dalla Chiesa filippina per il 2015. Èd è significativo che proprio in questa cornice si inscriva il viaggio di papa Francesco, come ha confermato egli stesso nel corso della conferenza stampa sul volo che dallo Sri Lanka lo ha portato nelle Filippine, secondo la salutare tradizione che da sempre ritiene i poveri e gli ultimi prediletti, perché è in loro che Cristo ha detto si trova la fede di Cristo, e da loro quindi "si riceve". «Sono loro il tesoro della Chiesa»: e perciò non sono da considerarsi degli assistiti «ma a pieno titolo nella vita e nella missione della Chiesa», come ha più volte ribadito Francesco smarcandosi da interpretazioni sociologiche e pauperistiche. «Vi è una forza inspiegabile proveniente dalla fede che scorre dinamica nelle debolezza e nella sofferenza», ha spiegato il cardinale Tagle ricordando i milioni di poveri del suo Paese. Una nazione che produce povertà anche a causa «dei tifoni, dei terremoti, delle eruzioni vulcaniche e dall’enorme corruzione». «Ma – ha detto l’arcivescovo di Manila nel breve e intenso saluto al Papa alla fine della Messa celebrata nella cattedrale – la nostra fede ci rialza sempre dopo gli incendi, i terremoti, le tragedie, e le guerre». E con le formule che da sempre definiscono il ruolo del vescovo di Roma – «Tu sei Pietro, la pietra su cui Cristo costruisce la Sua Chiesa, che viene per confermare i tuoi fratelli e le tue sorelle nella fede» – Tagle ha concluso ricordando che è «Cristo che rinnoverà e ricostruirà la Sua Chiesa nelle Filippine». Parole che rivelano la comune percezione della sorgente e la sintonia di sguardo tra il vescovo di Roma e il vescovo filippino, studioso del pensiero spirituale e teologico di papa Montini. Il bene della fede e i poveri: due inestinguibili depositi di ricchezza sono il centro di questo passaggio nell’arcipelago dell’estremo Oriente. «Ho visto la commozione e anche il silenzio del Santo Padre di fronte alla sofferenza di questi ragazzi – ha detto Tagle commentando l’incontro a sorpresa del Papa con i ragazzi di strada nel corso del suo primo giorno a Manila –. Un silenzio che parla molto, che vale più delle parole. Per me è stato il momento più speciale di questa giornata. Il Santo Padre è un uomo che ha la capacità di ascoltare, di ricevere la sapienza, la saggezza dei poveri. Questo per me è impressionante. Lui parla come un pastore, insegna molto, incoraggia, anche "disturba" lo spirito; ma la cosa più grande è la sua capacità di imparare dalla sapienza dei semplici e dei poveri».