Nola. Monsignor Francesco Marino è il nuovo vescovo
Nominato il nuovo vescovo di Nola, monsignor Francesco Marino
Papa Francesco ha nominato vescovo di Nola l’attuale vescovo di Avellino, Francesco Marino, accettando la rinuncia per raggiunti limiti d’età presentata dal vescovo Beniamino Depalma, dal 1999 alla guida della diocesi. L’annuncio, in contemporanea alla Sala Stampa vaticano, è stato dato alle due comunità ecclesiali dagli stessi presuli.
«Desidero – ha scritto Marino nel primo messaggio alla nuova diocesi – rivolgere a tutti voi un primo, cordiale ed affettuoso saluto, nel momento in cui, per la premura di papa Francesco, sono eletto come vostro vescovo e a voi inviato nella continuità della successione apostolica a custodire la vostra fede, così ricca di storia e cultura, a rinvigorire la speranza, da voi già costantemente testimoniata nel vissuto quotidiano delle famiglie e delle comunità, a crescere con voi nella carità di Cristo che "urge" più che mai nel vasto campo delle povertà, delle sofferenze e, in generale, delle attese e delle umane speranze nei nostri territori, ad agire quale promotore di pace e di giustizia, secondo i disegni di Dio, con tutti gli uomini e le donne di buona volontà».
Chi è il nuovo vescovo di Nola?
Francesco Marino è nato a Cesa, provincia di Caserta, diocesi di Aversa, il 24 novembre 1955. Ha frequentato gli studi filosofico-teologici presso il Seminario Interregionale Campano di Posillipo. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 6 ottobre 1979. Nel 1989 si è licenziato in Teologia dommatica alla Facoltà Teologica di Posillipo laureandosi nel 1997. Numerose e varie le cariche e le attività durante gli anni di ministero sacerdotale fino all’elezione alla sede vescovile di Avellino il 13 novembre 2004. Consacrato vescovo l’8 gennaio 2005.
La Chiesa di Nola rende lode al Signore per il pastore che le è stato affidato. «Non ho consegne né eredità – ha detto il vescovo dimissionario Depalma – avverto solo l’urgenza interiore di comunicare pubblicamente la bellezza di questi anni di cammino insieme: nella Sua infinita bontà, il Signore ha donato a me, servo inutile, incontri capaci di convertirmi, volti capaci di rendermi più umano, sfide che hanno messo alla prova la mia capacità di affidarmi docilmente e umilmente alla Sua volontà. Come Martino di Tours, che ricordiamo oggi nella liturgia, ho desiderato solo una cosa: dividere il mio mantello con ciascuno di voi, mostrare a tutti il volto di una Chiesa accogliente, misericordiosa e solidale, una Chiesa che non si trincera dietro le norme, che non teme il mondo, ma lo ama».