Chiesa

Sant’Egidio. A 20 anni dall'11 settembre il flash mob dei "Giovani per la pace"

Gianluca Carini sabato 11 settembre 2021

Marco Impagliazzo (a destra), presidente della Comunità di Sant'Egidio, e Patrick Connell, rappresentante degli Stati Uniti presso la Santa Sede, partecipano al flash mob organizzato dai "Giovani per la pace" di Sant'Egidio in occasione del ventesimo anniversario dell'11 settembre

Lo ripete più volte Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio: «War never again», l’invocazione alla pace che ha caratterizzato la seconda metà del Novecento. È un punto centrale del suo discorso di oggi al PalaCongressi dell’Eur, durante il flash mob indetto dai "Giovani per la pace" della Comunità per ricordare le vittime di terrorismo e guerre.

Sono tanti i ragazzi e le ragazze che stamattina hanno partecipato a questo evento, da Roma e da altri Paesi. Ci sono perfino alcuni giovani afghani arrivati nelle scorse settimane in Italia. Tutti insieme sventolano cartelli inneggianti alla pace.

«War never again», uno slogan non scontato perché indirizzato a quei giovani cresciuti - o addirittura nati - dopo l’11 settembre 2001, in quella che Impagliazzo definisce la «cultura della contrapposizione»: «Da quel giorno la popolarità della pace ha iniziato a diminuire mentre quella della guerra ad aumentare», ha proseguito il presidente della Comunità. E pertanto è ancor più urgente l’invito a «costruire qualcosa di nuovo e di bello». Siete «una speranza». Così definisce invece i giovani radunati Patrick Connell, rappresentante degli Stati Uniti presso la Santa Sede, anche lui all'incontro.

Il flash mob odierno fa seguito alla veglia di preghiera di ieri a Santa Maria in Trastevere, indetta sempre dalla Comunità di Sant’Egidio. Anche qui era presente Patrick Connell, oltre all’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Proprio monsignor Paglia ha ricordato il senso di smarrimento che colpì molti dopo l’attentato alle Torri Gemelle, quando la guerra smise di essere un fatto lontano ed entrò nelle case di ognuno: «Da quel momento nulla e nessuno era più al sicuro. Tutti, anche i più forti, si scoprivano vulnerabili».

Nell’invito finale di Paglia c’è il ricordo di papa Giovanni Paolo II, che dopo quei drammatici radunò i leader delle grandi religioni. «Ancora oggi - forse più di ieri - c'è bisogno che i credenti si radunino in preghiera».