​“Giovani dell’Asia, svegliatevi”. Il Papa lo ripete più volte nel corso dell’omelia e in particolare al termine, accompagnandolo con un eloquente gesto della mano. E’ la Messa conclusiva della VI Giornata asiatica della Gioventù, cui Francesco aveva partecipato anche venerdì con un intenso incontro nel santuario di Solmoe. I giovani si sono trasferiti nel castello di Haemi, luogo di martirio ai primi dell’800, 90 chilometri a sud della capitale. Ed è una folla grandissima (padre Lombardi ha parlato di 43mila persone, di cui 20mila hanno trovato posto all'esterno) quella che si stringe con il consueto entusiasmo intorno al Pontefice, per questo che è l’ultimo appuntamento pubblico della domenica coreana del Papa. Tra i giovani anche un gruppo di ragazzi cinesi. Così Papa Bergoglio dà ai ragazzi provenienti da 23 Paesi del continente quello che a tutti gli effetti è un mandato missionario. “Non abbiate paura di portare la sapienza della fede in ogni ambito della vita sociale”. “Andate per il mondo, così che a motivo della misericordia da voi ricevuta, i vostri amici, i colleghi di lavoro, i connazionali e ogni persona di questo grande continente anch’essi ottengano misericordia”. Quindi Francesco aggiunge: “Voi non siete soltanto una parte del futuro della Chiesa: siete anche una parte necessaria e amata del presente della Chiesa”. Di qui l’esortazione del Pontefice: “Lasciate che Cristo trasformi il vostro naturale ottimismo in speranza cristiana, la vostra energia in virtù morale, la vostra buona volontà in amore genuino che si sa sacrificare. Questo è il cammino per vincere tutto ciò che minaccia la speranza, la virtù e l’amore nella vostra vita e nella vostra cultura”. Infine la raccomandazione di restare vicini a chi soffre e a chi è povero. “Dobbiamo essere come Cristo, che risponde ad ogni domanda d’aiuto con amore, misericordia e compassione”.