Pierre Favre è santo. Nel giorno del suo compleanno il Papa ha scelto di completare l’itinerario canonico del gesuita che fu tra i primi compagni di Ignazio di Loyola, e ha “esteso alla Chiesa Universale il culto liturgico” in onore del beato originario dell’Alta Savoia, morto a Roma il 1° agosto 1546, “iscrivendolo nel catalogo dei santi”. L’intenzione del Pontefice era stata anticipata da Avvenire il 23 novembre, dopo che il Papa aveva dato nuovo impulso alla causa di canonizzazione ferma da tempo. La prassi adottata per il beato Favre è quella della canonizzazione cosiddetta «equipollente», pratica utilizzata nei riguardi di figure di particolare rilevanza ecclesiale per le quali è attestato un culto liturgico antico esteso e con ininterrotta fama di santità e di prodigi. Si tratta di una pratica effettuata regolarmente dalla Chiesa, anche se non con frequenza. Nella storia recente Giovanni Paolo II ne ha compiute tre, una Benedetto XVI. L'ultima, quella di Angela da Foligno, è stata firmata il 9 ottobre dallo stesso papa Francesco.