Il diario del Sinodo. Famiglia, un "mea culpa" dei vescovi?
Non c’è respiro per i padri sinodali. Consegnate le relazioni dei 'Circoli minori' in mattinata, la congregazione generale di ieri pomeriggio avvia l’esame della seconda parte dell’Instrumentum laboris, quella dedicata al 'Discernimento della vocazione familiare'. E qui i temi cominciano a farsi complessi. Fecondità, unità, indissolubilità offrono lo spunto per raffiche di interventi, con decine e decine di sottolineature. Anche se – si fa notare – difficile sintetizzare in tre minuti riflessioni su questioni che vanno al cuore della dottrina cristiana del matrimonio.
Forse anche per questo, da non pochi padri sinodali, arriva la richiesta di un pronunciamento dogmatico su indissolubilità e dintorni. Alcuni sottolineano la necessità che il Papa stesso ridefinisca, già in questi giorni, la dottrina tradizionale.
Altri esprimono la speranza che l’eventuale documento postsinodale metta al centro la verità cristiana sull’amore di uomo e donna, immagine della Trinità divina. Accanto a questa preoccupazione dottrinale non manca – per fortuna – anche la richiesta di rinnovata attenzione alla vita concreta delle famiglie, alle loro speranze e alle loro ferite.
E qualcuno propone un mea culpa della Chiesa per le omissioni in tema di pastorale familiare, di catechesi mancate, di disattenzione e lontananza dai problemi reali della vita familiare. Le coppie uditrici si guardano e sorridono.