Chiesa

Lo studio. Famiglia e Chiesa, ecco cosa cambia. Da 30 università un “patto globale”

Luciano Moia giovedì 27 luglio 2023

Una famiglia in bici

Esiste oggi “una concreta ed efficace collaborazione tra università cattoliche e pastorale della Chiesa sui temi della famiglia alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa”?

È la domanda che si è posto papa Francesco nel corso dell’anno Famiglia Amoris Laetitia celebrato com’è noto nel 2022. Questione tutt’altro che banale. Si tratta infatti di capire se le proposte pastorali avanzate nelle comunità siano ancora sintonizzate sui bisogni reali delle famiglie dei nostri giorni, su inciampi, fatiche, fragilità, modi di vivere che spesso sono molto lontani da quel modello ideale ipotizzato da certa catechesi. Un modo diretto per conoscerlo possono essere le ricerche portate avanti da istituti accademici e centri di studio per la famiglia nei vari Paesi del mondo. Da qui la decisione di costruire un Patto Globale sulla Famiglia (Family Global Compact) per confrontare gli studi, divulgare esperienze, verificare se ciò che si mette a punto a livello accademico ha poi ricadute concrete nelle proposte della Chiesa.

Per spiegare le sfide del Family Global Compact – lanciato dallo stesso papa Francesco nel maggio scorso e promosso dal Dicastero laici, famiglia e vita e dalla Pontificia Accademia di scienze sociali con la collaborazione tecnica del Cisf (Centro Internazionale Studi Famiglia) – arriva adesso un “Quaderno” – in italiano, inglese e spagnolo - che racconta come è stata preparata questa indagine mondiale senza precedenti e quali sono i temi ricorrenti. «Inizialmente – scrive nell’introduzione il cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita - sono state individuate 373 università, a cui è stato inviato un questionario per verificare se in esse esisteva o meno un centro o un istituto strutturato di riflessione e ricerca sulla famiglia. 100 Università hanno risposto, di cui solo 73 con centri o istituti dedicati. A queste ultime sono poi stati inviati due questionari per conoscere in dettaglio le loro attività di ricerca. Le informazioni più complete sono arrivate da 30 università».

Una massa di dati comunque molto ampia che richiede una lettura complessa a partire dalla conferma dei mutamenti e delle differenziazioni strutturali, culturali e normative che interessano oggi le relazioni familiari e la concezione stessa di famiglia. Un quadro, osserva ancora Farrell, che sembra mettere «in discussione la possibilità di attribuire un significato condiviso alla parola “famiglia”, a favore di una destrutturazione dei legami familiari, della stabilità e di una rinuncia all’accoglienza della vita, che mettono in crisi l’identità stessa della famiglia e il valore della vita nascente».

Per costruire una mappa dei temi socio-antropologici rilevanti gli esperti del Cisf sono partiti dal capitolo 2 di Amoris laetitia e, attraverso un doppio questionario, hanno chiesto ai centri internazionali coinvolti di intervenire su sei aree rilevanti: relazioni familiari (coppia, matrimonio, intergenerazionalità); aspetti socio-culturali (la famiglia come valore, come spazio pubblico, la rilevanza sociale del matrimonio, i valori sociali, relazioni e individualismo, etc.); sfide etico-valoriali (aborto, fecondazione assistita, nuove forme di matrimonio, accompagnamento alla morte); aspetti socio-politici del welfare (servizi, politiche); famiglia e povertà/esclusione sociale (famiglie vulnerabili, disuguaglianze sociali, politiche pubbliche); soggettività della famiglia (associazionismo, famiglia e reti sociali).

Uno dei temi sottolineati con più forza nelle risposte dei centri coinvolti è quello della “priorità educazione”, che, come spiega il direttore del Cisf, Francesco Belletti, «rimane una delle parole irrinunciabili per qualificare l’identità della famiglia: non c’è famiglia senza educazione, non solo verso i figli, ma anche nei confronti delle persone adulte, che “crescono insieme”, anche nella fede e nella propria vocazione, proprio attraverso la quotidianità della famiglia”» .

Altra questione ricorrente quella delle fragilità familiari, problema «correlato alla scarsa rilevanza sociale attribuita al matrimonio (nella sua portata sociale, ma anche nella sua sacramentalità), a cui si accompagna – annota Sara Nanetti - una condizione di diffuso isolamento e una sempre crescente individualizzazione dei rapporti. Da questo punto di vista, il malessere sociale sembra trovare il suo radicamento». Come rompere allora l’isolamento delle famiglie e come invertire la rotta rispetto al problema della «scarsa attrattività della vita coniugale» che si registra un po’ ovunque? Le ricerche a livello mondiale sottolineano l’urgenza di puntare con maggior determinazione su formazione e educazione «rivolte a trasmettere il valore dell’impegno coniugale, della maternità e della paternità, attraverso un ripensamento più generale dei valori e delle virtù umane».

Formazione, che secondo quanto emerge dalle valutazioni dei centri, dev’essere rivolta a trasmettere il valore dell’impegno coniugale, della maternità e della paternità. Altrettanto rilevanti le questioni relative alle nuove sfide culturali della globalizzazione di fronte alle quali le politiche familiari mostrano quasi ovunque – come messo in luce da Ana Lucía Hernández Cordero e Pablo García Ruiz – tutta la loro inadeguatezza. Tanti gli aspetti evidenziati nel vasto capitolo dedicato all’impegno socio-politico della famiglia. L’obiettivo, condiviso da tutti gli interventi, riguarda il ruolo fondamentale dell’associazionismo familiare ma anche la necessità che la famiglia riesca a rappresentarsi «sensibilizzando i decision makers nei diversi ambiti: gli imprenditori, i rappresentanti dei lavoratori, gli amministratori locali, i policy makers nazionali, gli urbanisti. Si tratta - osserva ancora Francesco Belletti - di una grande sfida culturale, prima ancora che politica, che si sviluppa non solo sulle politiche nazionali, ma anche a livello locale».

Infine, ma non certo per ordine di importanza, il grande capitolo dedicato al rapporto tra famiglia e Chiesa. Tutti i centri sottolineano quanto sia decisivo dare spazio alla spiritualità familiare rispettando le peculiarità che caratterizzano la famiglia di oggi; cercare nuovi linguaggi al fine di narrare la spiritualità; promuovere percorsi verso una vita matrimoniale e familiare in grado di combinare valori con le scelte di vita.

Tra le tante richieste avanzate alla Chiesa per rafforzare e sostenere la famiglia, quella di nuove modalità per accompagnare i giovani al matrimonio, rafforzare le virtù della comunicazione e l’esplicitazione delle responsabilità; sviluppare una nuova pastorale per vedove e divorziati; fare in modo che l’educazione sia di ragazzi e giovani, sia delle coppie sia basata sul rispetto e sull’amore per la famiglia, «che è ciò che dà unità, equilibrio e forza al tessuto sociale».