Chiesa

2015. Expo, Chiesa in campo contro la fame

Lorenzo Rosoli venerdì 2 maggio 2014
Expo e Chiesa. Speranze e certezze. La speranza più bella è di avere papa Francesco a Milano. Per questo il 17 gennaio scorso una delegazione guidata dal cardinale Angelo Scola si è recata in Vaticano per invitarlo. Bergoglio – riferì Radio Vaticana – mostrò particolare interesse per le chances concrete che l’Expo può offrire su temi come il sostegno alla cooperazione internazionale e le opportunità di lavoro che si aprono ai giovani.Alla radice di ogni speranza sta la convinzione che l’Expo 2015 – col suo tema così affascinante e decisivo: Nutrire il pianeta, energia per la vita – sia per la Chiesa un’occasione preziosa per offrire alla cultura e alla società d’oggi il proprio originale contributo – di visione, pensiero, opere, prossimità – su questioni cruciali come la fame, la povertà, la sovranità alimentare, il degrado ambientale, la questione energetica. A partire dalla consapevolezza che «prima di un’ecologia ambientale viene un’ecologia dell’uomo», come disse il cardinale Scola nel Discorso alla città per la festa del patrono Ambrogio del 2013. Una riflessione sui temi dell’Expo a partire dalla domanda Cosa nutre la vita? poi pubblicata in un volume con lo stesso titolo (si veda il box a lato).Per vie molteplici e differenti, ma complementari, la Chiesa proporrà la sua risposta a quella domanda. Lo farà col padiglione della Santa Sede ispirato al tema Non di solo pane, che sorgerà nel sito di Expo. Un’esperienza condivisa con Cei e diocesi di Milano. Lo farà con la campagna mondiale contro la fame Una sola famiglia umana, cibo per tutti promossa da Caritas Internationalis, che si concluderà il 19 maggio 2015 portando a Milano 400 delegati Caritas di tutto il mondo, i quali presenteranno le proposte di legge per il diritto al cibo avanzate ai governi dei rispettivi Paesi. Nei sei mesi di Expo (1° maggio-31 ottobre) Caritas sarà presente nel sito espositivo con proprie iniziative. Ma l’impegno preso è anche quello di portare l’Expo fuori dall’Expo: è la sfida di un’«Expo diffusa» – e qui Caritas ambrosiana avrà un ruolo decisivo – che vuole coinvolgere parrocchie e oratori, luoghi della carità, dell’educazione, della cultura, fino alle più incandescenti «periferie esistenziali» – per dirla con papa Francesco – come i centri d’ascolto e le carceri, le mense per i poveri e i rifugi per i clochard... Alla mobilitazione di un migliaio di volontari, si spera di poter affiancare tante «famiglie accoglienti» per i delegati Caritas che verranno da tutto il pianeta. Molte le iniziative in gestazione: mostre di fotografia, cinema, convegni sulla mondialità, i conflitti dimenticati, le migrazioni, la famiglia e gli stili di vita. Ed esperienze concrete di solidarietà. Come il «Refettorio ambrosiano»: una mensa da 90 posti da ricavare nell’ex teatro della parrocchia San Martino di Greco, alla periferia nord di Milano.L’opera promossa da diocesi e Caritas, destinata ai poveri e agli ultimi, sarà un nuovo «cenacolo» nella città che ospita l’Ultima Cena più famosa del mondo, quella di Leonardo: la faranno bella, infatti, le opere di artisti del nostro tempo come Enzo Cucchi e Mimmo Paladino. Aprirà con l’Expo e resterà oltre l’Expo. Nelle prime settimane dell’evento vi presteranno servizio 40 grandi chef italiani e stranieri che prepareranno menù d’autore utilizzando le eccedenze alimentari raccolte ogni giorno fra i padiglioni dell’Expo. Un’idea che potrebbe piacere a quell’avversario dell’imperante «cultura dello scarto» che è papa Francesco...