Il caso. Enzo Bianchi deve lasciare la comunità di Bose
Enzo Bianchi in una foto d'archivio
Enzo Bianchi deve lasciare la comunità monastica di Bose che egli stesso ha fondato a metà degli anni 60 del secolo scorso. Questa la decisione maturata al termine della visita apostolica indetta dalla Santa Sede e che ha iniziato i suoi lavori sei mesi fa per verificare l’andamento della vita comunitaria «nel momento di un passaggio che non può non essere delicato e per certi aspetti problematico per quanto riguarda l’esercizio dell’autorità, la gestione del governo e il clima fraterno».
Il riferimento era al cambio alla guida della comunità con fratel Luciano Manicardi subentrato al fondatore a inizio 2017. Una convivenza rivelatasi complicata per la difficoltà del nuovo priore a esercitare la propria autorità senza interferenze da parte di una personalità così forte come quella di Bianchi. Il provvedimento, confermato dal sito internet di Bose prevede che Bianchi debba «trasferirsi in altro luogo, decadendo da tutti gli incarichi attualmente detenuti». Con lui anche due confratelli e una consorella.
La decisione è stata accolta con amarezza da Bianchi che nel suo ultimo tweet scrive: «Ciò che è decisivo per determinare il valore di una vita non è la quantità di cose che abbiamo realizzato ma l’amore che abbiamo vissuto in ciascuna delle nostre azioni: anche quando le cose che abbiamo realizzato finiranno l’amore resterà come loro traccia indelebile».
A svolgere la visita apostolica su incarico vaticano sono stati padre Guillermo León Arboleda Tamayo, abate presidente della Congregazione Benedettina Sublacense-Cassinese, padre Amedeo Cencini consultore della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, e madre Anne-Emmanuelle Devêche abbadessa di Blauvac.
Nel gennaio scorso in una nota, commentando la visita apostolica «i fratelli e le sorelle di Bose» avevano espresso «sincera gratitudine al Santo Padre Francesco per questo segno di vicinanza e di sollecitudine paterna, che intende aiutare, secondo quanto da Lui stesso scritto in occasione del 50° anniversario della fondazione, a “meditare più intensamente sulla vostra chiamata e sulla vostra missione, affidandovi allo Spirito Santo per avere saldezza e coraggio nel proseguire con fiducia il cammino” e a “perseverare nell’intuizione iniziale”». Enzo Bianchi uno dei più autorevoli e seguiti pensatori cristiani contemporanei, autore di decine di saggi di spiritualità, ha 77 anni. Attualmente la comunità monastica da lui fondata ha sede oltre che a Bose, a Ostuni, Assisi, Cellole-San Gimignano, Civitella San Paolo e Gerusalemme.