Chiesa

La storia. «Ecco perché a 61 anni ho scelto la missione»

GIACOMO COCCHI venerdì 12 agosto 2016
PRATO La sua vita è in missione. Lo è stata da sposato, insieme con la moglie Marta, e adesso che è rimasto vedovo lo sarà da sacerdote. A 61 anni Armando Zappa, originario di San Miniato in provincia di Pisa ma pratese di adozione, è pronto per una nuova e coraggiosa scelta: a dicembre sarà ordinato prete in Perù. Tra qualche mese i campesinos lo chiameranno padre Armando, lui che «padre» lo è già, di Anna, ragazza ventenne nata in Bolivia e oggi residente in Italia, a Prato. La sua vocazione, prima di missionario laico e poi di sacerdote, germoglia all’interno dell’Operazione Mato Grosso, movimento fondato cinquant’anni fa dal salesiano valtellinese padre Ugo De Censi per aiutare e sostenere le popolazioni più povere dell’America Latina. Pur dichiarandosi aconfessionale, l’Omg – la sigla con cui è conosciuta in Italia l’organizzazione – ha «prodotto» quasi cinquanta sacerdoti incardinati nelle diocesi peruviane, boliviane e brasiliane dove svolgono attività missionaria. Il prossimo sarà Armando, che ha già ricevuto il ministero del diaconato lo scorso 25 giugno dal vescovo di Huari, l’italiano monsignor Ivo Baldi. Già deciso l’impegno pastorale del futuro sacerdote: costruire una nuova parrocchia intitolata all’Asunción de María all’interno di una baraccopoli peruviana dove abitano 50mila persone. «Lo ammetto – dice Armando Zappa – il futuro mi spaventa. Dove andrò non c’è chiesa e non c’è mai stato un prete regolare. È una zona abitata da persone di varie sette cristiane». Padre De Censi, ultra novantenne e ancora oggi punto di riferimento e anima instancabile dell’Omg, ha chiesto ad Armando di realizzare in quel luogo sorto dieci anni fa come un fungo su un altopiano vicino a Chimbote, «una città dell’amicizia». Il missionario avrà anche un compito urbanistico: promuovere la creazione di piccoli quartieri animati da un sentimento di solidarietà tra vicini. «Lì non c’è niente – spiega ancora il missionario – ci sono solo baracche, non c’è acqua né fogne, non c’è lavoro e manca la scuola. La prima cosa che faremo sarà costruire la canonica e la chiesa, saranno i punti di riferimento per tutte quelle persone provenienti dalla sierra e dalla foresta amazzonica verso la grande città in cerca di fortuna». Un compito difficile, che arriva dopo un impegno di oltre venti anni in Bolivia a favore degli ultimi a fianco di Marta Ferraboschi, la moglie scomparsa due anni fa a causa di una grave malattia. «Dopo la sua morte – aggiunge Armando – volevo dedicarmi a mia figlia, a cui era cambiata completamente la vita. Poi padre Ugo mi ha chiesto di ripartire. Anna non era stata contenta ma ha lasciato che seguissi questa nuova strada. La mattina dell’ordinazione diaconale – aggiunge il missionario – mi ha detto: “Ti voglio accompagnare, questa scelta mi fa soffrire, ma sono contenta se lo sei tu”». Adesso Armando Zappa si trova in Italia, sta incontrando i tanti gruppi dell’Operazione Mato Grosso per raccontare la sua esperienza e la nuova vita che lo aspetta nei prossimi mesi. L’ordinazione è in programma il 3 dicembre a Lima. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA GIOIA. A destra Armando Zappa e al suo fianco padre Ugo De Censi