Il documento Cei. Ecco le linee guida per il Cammino sinodale
Sono da oggi on line (https://camminosinodale.chiesacattolica.it e www.chiesacattolica.it) le Linee guida per la fase sapienziale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, arrivato al terzo anno. Si tratta di uno strumento per accompagnare e orientare questo Cammino cercando «di capire come far sì che il rinnovamento ecclesiale, coltivato nella fase narrativa, non rimanga solo un sogno».
Il testo si intitola “Si avvicinò e camminava con loro”. Diviso in tre parti, offre alcune riflessioni suscitate dal racconto di Emmaus – icona scelta per questo anno – e presenta elementi metodologici per valorizzare la grande ricchezza del lavoro finora svolto. Con l’obiettivo di proseguire nel percorso avviato, rafforzando l’esercizio del discernimento a partire dai temi e dalle domande proposte nelle Linee guida e indicando decisioni possibili, impegni, aspetti ancora da sviluppare.
Il documento evidenzia cinque macro-temi, che raggruppano le istanze raccolte nel biennio dedicato all’ascolto: 1) la missione secondo lo stile di prossimità; 2) il linguaggio e la comunicazione; 3) la formazione alla fede e alla vita; 4) la sinodalità permanente e la corresponsabilità; 5) il cambiamento delle strutture.
Ogni macro-tema si articola in alcuni sotto-temi che esplicitano le questioni emerse.
Così, ad esempio, il testo avverte «l’esigenza di aprire strade da percorrere perché tutti abbiano posto nella Chiesa, a prescindere dalla loro condizione socio-economica, dalla loro origine, dallo status legale, dall’orientamento sessuale». Lo fa registrando che in particolare, su quest’ultimo aspetto, «le giovani generazioni, anche all’interno della Chiesa, sono molto sensibili agli atteggiamenti che sanno comprendere rispetto a quelli che respingono». Così «tali riflessioni chiedono, da un lato, di condividere le “buone pratiche” già attive nei territori ed emerse con i Cantieri di Betania e, dall’altro, di avviare processi di approfondimento sul piano antropologico e teologico, per integrare meglio le istanze del rispetto totale per le persone e della loro crescita nella verità».
Il documento poi registra che è emersa «l’istanza di ripensare la formazione iniziale dei sacerdoti, superando il modello della separazione dalla comunità e favorendo modalità di formazione comune tra laici, religiosi, presbiteri».
Il documento inoltre avverte che «è urgente un riconoscimento reale del senso e del ruolo delle donne all’interno della Chiesa, già preponderante di fatto, ma spesso immerso in quella ufficiosità che non consente un vero apprezzamento della sua dignità ministeriale». Il problema non è quello di «estendere prerogative», ma di «ripensare in radice il contributo femminile in rapporto al senso stesso della ministerialità e al profilo dell’autorità nella Chiesa». Infatti «la questione delle donne rappresenta un banco di prova fondamentale per la Chiesa chiamata a fare i conti con acquisizioni culturali che ancora la disallineano dalla comune vita sociale». In quest’ottica «diventa importante individuare forme operative che esprimano chiaramente la piena valorizzazione femminile nella corresponsabilità ecclesiale».
Al termine di ciascuno dei capitoli dedicati ai cinque macro-temi il documento propone una sola domanda come aiuto a sollecitare la riflessione e chiamare le comunità al discernimento.
Ecco le cinque domande:
1) «L’esistenza è intessuta di incontri con gli altri e la comunità si forma mediante la partecipazione di ciascun individuo: quali vie percorrere per la costruzione di una Chiesa davvero inclusiva, propositiva, responsabile, testimone di verità?».
2) «Quali chiavi interpretative e comunicative deve trovare la Chiesa per non lasciare nessuno “orfano di Vangelo”?».
3) «Come sintonizzare formazione ed educazione accompagnando la crescita permanente di tutti i membri della comunità, in ogni fase della vita e in qualsiasi ruolo si operi?».
4) «La Chiesa è una casa aperta e accogliente: come far sentire maggiormente coinvolti nella cura e nella gestione coloro che già la abitano, e in che modo renderla accogliente per coloro che sono o si sentono sulla soglia?».
5) «Le strutture della Chiesa, nei loro diversi ambiti, hanno bisogno di solide competenze, professionalità formate e divisione responsabile dei compiti: quali percorsi possono essere individuati per una gestione virtuosa ed efficace di beni e persone unita a una pastorale di nuovo attenta alla vita quotidiana?».
Per aiutare il lavoro a livello locale nelle prossime settimane verranno fornite anche alcune schede operative.
«Queste Linee guida, facendo tesoro del biennio narrativo – spiega il Consiglio Episcopale Permanente nell’introduzione al documento – gettano un ponte verso la fase profetica, incamminando le Chiese in Italia verso un discernimento operativo che prepari il terreno alle decisioni, necessariamente orientate a un rinnovamento ecclesiale e mai introverse; anche quando l’attenzione è puntata sulla vita interna delle nostre comunità, il pensiero è sempre quello estroverso della missione: rendere più agili alcune dinamiche ecclesiali (dottrinali, pastorali, giuridiche, amministrative) per rendere più efficace l’incontro tra il Vangelo, energia vivificante e perenne, e l’umanità di oggi». E questo soprattutto in un tempo in cui «i lavori sinodali si intrecciano con i problemi e i drammi di ciascuno, che sono i problemi e i drammi del mondo: gli strascichi sanitari, economici e sociali della pandemia, il clima di guerra tragicamente ravvivatosi, le crisi ambientali, occupazionali, esistenziali». Un tempo in cui «un senso di precarietà e di smarrimento avvolge molte persone e famiglie nel nostro Paese».
Il testo delle Linee Guida è arricchito da alcune infografiche e contiene infine il Cronoprogramma con l’agenda delle prossime tappe e appuntamenti che condurranno all’apertura della fase profetica nel maggio 2024.
Così dal 25 al 27 settembre prossimi in occasione del Consiglio Episcopale Permanente, verrà trattata la definizione dei temi di competenza del livello nazionale, ovvero della CEI (Commissioni Episcopali, Uffici e Servizi e Organismi nazionali della CEI…) e del Comitato nazionale del Cammino sinodale. Mentre il 30 settembre-1° ottobre ci sarà l’Assemblea dei referenti diocesani del Cammino sinodale. Nell’aprile del prossimo anno è invece prevista la consegna di tutte le proposte (i documenti delle Commissioni) alla Presidenza del Cammino sinodale e la verifica con la plenaria del Comitato nazionale del Cammino sinodale. Quindi la Presidenza del Cammino sinodale inoltrerà i documenti alla Presidenza della CEI in vista dell’Assemblea Generale del 20-23 maggio 2024 che aprirà la fase profetica.