Verso Roma 2018. Ecco come preparare i pellegrinaggi
Giovani pellegrini italiani a Cracovia per la Gmg. L'11 e il 12 agosto il Papa li ha invitati a Roma in vista del Sinodo
Una vera esperienza ecclesiale, «capace di mantenere la ricchezza di espressioni diverse che provengono dai nostri territori e nello stesso tempo in grado di sostenere alcune scelte comuni che si chiedono a tutti». È questo lo stile al quale è chiamato tutto il mondo della pastorale giovanile italiana nell’organizzazione delle iniziative che la prossima estate culmineranno nell’incontro con il Papa l’11 e il 12 agosto a Roma.
Uno stile fondamentale indicato in alcune note che saranno inviate in questi giorni ai responsabili della pastorale giovanile di tutta la Penisola. Un piccolo vademecum (dal titolo «Per mille strade») nel quale il Servizio nazionale per la pastorale giovanile raccoglie alcune domande già emerse in queste settimane in vista dell’evento con papa Francesco e offre alcune risposte pratiche.
Ad esempio: come dovranno essere organizzati i gruppi che vivranno i pellegrinaggi di avvicinamento verso Roma? «Il punto di riferimento dell’esperienza – si legge nelle note – deve essere la diocesi che è invitata a convocare e mettere in cammino i giovani appartenenti alle diverse espressioni presenti all’interno del proprio territorio». Questo ovviamente non esclude forme di collaborazione tra diocesi diversi, accomunate magari dalla metropolia o, dove le dimensioni lo consentono, dalla Regione ecclesiastica.
L’invito, in ogni caso, è quello a organizzarsi soprattutto in base alla «capacità organizzativa del gruppo che si mette per strada». Con l’attenzione di «non precludere la partecipazione a nessuno»: questa in particolare sarà una delle sfide più impegnative per gli organizzatori. Molti, infatti, decideranno solo a primavera di «mettersi in marcia» con i gruppi ad agosto e questo richiederà una grande flessibilità organizzativa, senza perdere di vista la "qualità" della partecipazione, perché «non è tanto importante la quantità di chilometri macinati a piedi, quanto piuttosto il tempo di condivisione effettiva».
Ma i pellegrinaggi (che toccheranno alcuni luoghi significativi sul territorio come Santuari dedicati a Maria o luoghi legati alla memoria dei santi oltre a prevedere l'incontro con testimoni e personaggi significativi) offriranno anche «l’opportunità grande di includere chi rischia di rimanere ai margini della nostra considerazione». Ecco quindi che un posto speciale anche nell’organizzazione sarà dedicato alle persone con disabilità, ai giovani stranieri cattolici o di altre fedi («quella del pellegrinaggio è forse l’unica esperienza davvero trasversale a tutte le religioni») e ai giovani «che sono più lontani». Per questi ultimi il pellegrinaggio potrebbe essere l’occasione per «recuperare domande di senso, far emergere interrogativi». In questo orizzonte un contributo prezioso verrà di certo dal mondo associativo e dalle sue "competenze". Infine bisognerà pensare anche a tutti quelli che non potranno prendere parte ai pellegrinaggi ma vorranno partecipare all’incontro con il Papa.
Insomma, il metodo è chiaro (e ulteriori indicazioni arriveranno a fine gennaio), sta alla saggia «follia» degli organizzatori saper trovare le formule per tradurlo nella propria realtà locale.