Fervono i preparativi per la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II. Non meno di centomila persone - secondo fonti di sicurezza - parteciperanno la sera del 30 aprile a Roma, al Circo Massimo, alla veglia di preghiera che precederà la cerimonia di beatificazione prevista per il giorno successivo in Vaticano. Nel corso della veglia vi saranno collegamenti diretti con cinque santuari mariani di diversi Paesi, saranno proiettati filmati e saranno ascoltate testimonianze di collaboratori di Giovanni Paolo II. La veglia comincerà intorno alle 20, sarà presieduta dal cardinale vicario di Roma Agostino Vallini e sarà conclusa da Papa Benedetto XVI, che, in videocollegamento dal Palazzo Apostolico, reciterà la preghiera finale e benedirà i fedeli.Si mette in moto anche la macchina della sicurezza in vista dell'evento, che porterà in Vaticano oltre 50 capi di Stato.
RUINI: I CARDINALI AVANZARONO GIA' IN CONCLAVE LA "RICHIESTA" DI BEATIFICAZIONE"Moltissimi cardinali" firmarono una petizione perchè il nuovo Papa, non ancora eletto, consentisse a derogare dai 5 anni per l'inizio della causa di beatificazione di Papa Wojtyla, come è poi avvenuto per decisione di Benedetto XVI che ha accolto la richiesta formalizzata dal vicario di Roma Camillo Ruini e autorizzato il processo ad appena un mese dalla morte del suo predecessore. "Entrando in Conclave - ha rivelato il card. Ruini - mi fu consegnata una lettera firmata da moltissimi cardinali, che si univano alla richiesta del popolo perché si avviasse subito il processo di canonizzazione di Giovanni Paolo II"."La lettera - ha spiegato il cardinale - fu data a me perché i cardinali non sapevano chi sarebbe stato eletto nel Conclave, ma ricordo quanta impressione avevano fatto le parole dell'allora card. Ratzinger nell'omelia per le esequie del Papa, quando indicando la finestra del Palazzo Apostolico dove si era affacciato per ventisette anni ogni domenica, aveva detto che Giovanni Paolo II ci guardava dalla finestra del cielo e pregava ancora per noi". Ruini ha anche descritto i propri sentimenti nel vedere quanti in piazza San Pietro si erano messi in fila per dare un ultimo saluto e poi nella stessa piazza, l'8 aprile 2005, avevano chiesto che Wojtyla fosse proclamato "Santo subito". "Ho capito - ha confidato - quanto fosse comune e profondo il sentire della gente: per loro il Papa era già santo". Da questa presa d'atto è iniziato dunque l'iter che rapidamente porterà Giovanni Paolo II sugli altari.
BAGNASCO: DA BEATIFICAZIONE SLANCIO A CHIESA E PAESELa beatificazione di papa Wojtyla darà alla Chiesa "uno slancio, un rinnovamento nello slancio missionario dell'evangelizzazione, per essere veramente sale e luce del nostro Paese". È quanto afferma il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, in un'intervista a Radiovaticana."La Chiesa - sottolinea Bagnasco - deve essere, secondo il mandato del suo Signore - una presenza propositiva, piena di lievito, di gioia per il bene di tutti; non certamente con il desiderio di ingerire, ma con il desiderio di servire la società italiana e, quindi, il bene di tutti e di ciascuno, annunciando il Vangelo e Gesù Cristo. E questo con tutte le implicazioni che il Mistero di Cristo, annunciato e vissuto, comporta sul piano antropologico, sul piano sociale, sul piano etico naturalmente: tutti gli aspetti e gli ambiti della vita umana".Ricordando la figura di Giovanni Paolo II, il cardinale Bagnasco ricorda che questo Papa è "entrato nel cuore non solo della cattolicità, ma del mondo intero. Quindi, poterlo venerare sugli altari è motivo veramente di grande gioia e di gratitudine per Benedetto XVI". "Karol Wojtyla - aggiunge - ha portato in Italia e in Occidente l'eco della sua storia personale: la storia che riguarda la Polonia, ma che riguarda anche il mondo dell'Est, che ha lottato tanto per la propria libertà, per l'uguaglianza. Quindi, ha dato una scossa salutare sia al nostro Paese, sia all'Occidente". La sua beatificazione cade nell'anno in cui si celebra l'anniversario dell'unità nazionale e a questo proposito, Bagnasco sottolinea come Wojtyla sia stato "colui che ha riproposto il termine di 'patria' nel senso etimologico, senza timori e senza complessi".