Torino. L'offerta in Duomo si può fare anche con carta o bancomat, ora c'è il pos
Uno dei due Pos nel duomo di Torino
L’immagine classica è quelle della monetina, con il suo rumore un po’ sordo, che cade nella cassetta. Subito dopo si accenderà una candela. Tra le abitudini che accompagnano la vita delle parrocchie, una delle più consolidate è infatti quella della offerta, magari piccolissima, fatta in chiesa. A volte persino, e non si dovrebbe, durante la Messa, disturbando un po’. Naturalmente non conta quanto si dona ma, come nella parabola dell’obolo della vedova, a fare la differenza è il sentimento che accompagna il gesto, il cuore che ci si mette. Anche le consuetudini più consolidate però sono destinate a rinnovarsi, qualcuno direbbe a a evolversi, secondo altri a deteriorarsi. A motivare opinioni così differenti è la scelta fatta da alcune comunità di affiancare alla classica cassetta delle offerte un pos, il dispositivo usato per carte di credito e bancomat. Nella diocesi di Chioggia ad esempio l’esperimento è stato avviato le primavera scorsa coinvolgendo tre chiese mentre a Riccione un parroco ha utilizzato un distributore automatico per medagliette e libri. È di queste ore invece la notizia che si potranno fare offerte via pos anche nella Cattedrale di Torino. (Riccardo Maccioni)
Il duomo di Torino intitolato a San Giovanni Battista è tra le chiese più visitate nel capoluogo subalpino da pellegrini e turisti provenienti da tutto il mondo. Accoglie la Sindone, le spoglie del beato Pier Giorgio Frassati e, come tutte le cattedrali, numerose opere d’arte. Sotto il duomo anche il Museo Diocesano contribuisce al passaggio in chiesa di persone di ogni età e provenienza. «E sono molti», spiega il parroco don Carlo Franco, «coloro che ogni giorno sostando in preghiera desiderano lasciare un’offerta o accendere una candela, ma spesso non hanno monete o, provenendo da paesi esteri dove l’uso delle carte di credito è la norma, anche negli edifici di culto, si trovano in difficoltà. Per questo dal mese di agosto ho fatto in modo che la cattedrale fosse dotata di due “bussolotti” per offerte senza contante».
«Già durante le Ostensioni della Sindone», prosegue don Franco, «avevo notato che i pellegrini si presentavano con le carte di credito nel negozietto del duomo anche per oggetti da pochi euro e mi ero informato presso le banche per vedere come fare, ma al di la di avere il ‘pos’ per gli acquisti non avevo trovato altre soluzioni. Poi sono venuto a conoscenza del sistema trovato dal parroco del duomo di Chioggia, ho cercato la ditta che gli aveva fornito l’apparecchiatura e ho deciso di sperimentarla nella cattedrale di Torino per il periodo di un anno».
Così di fronte alla cappella che custodisce la Sindone e quella, nella navata di destra dedicata a Maria, sono comparsi due ‘leggii’ in marmo sui quali è fissato l’apparecchio che mediante un touch screen permette di scegliere se destinare l’offerta all’accensione di una candela, alla celebrazione di una Messa o per la Chiesa, senza ulteriori specifiche. «In futuro vorremmo ancora attivare un portale con il quale ci si potrà collegare tramite un qr code segnalato dall’apparecchio: nel portale si potranno anche indicare le destinazioni delle offerte e le intenzioni di preghiera che si associano, ad esempio, alla richiesta di una Messa».
Intanto il sistema già così è stato apprezzato e in media ogni mese da quando è stato installato ha fatto registrare donazioni per un centinaio di euro (per ogni versamento viene inviata una notifica alla parrocchia). «Il nuovo sistema non sostituirà i tradizionali bussolotti», conclude don Franco, «ma va visto come una opportunità in più per i fedeli che desiderano fare una offerta per via telematica e, tra l’altro, anche con una maggiore tutela. Non è infatti il caso specifico del Duomo che è costantemente sorvegliato e interessato da un via vai continuo che funziona da deterrente per i ladri, ma penso che se questi pos venissero adottati anche in altre chiese certamente si ridurrebbero i rischi di furto che purtroppo vengono spesso perpetrati nelle parrocchie». )