Letture. Chi è Benedetto Giuseppe Labre, il «santo errante» dei senza fissa dimora
Benedetto Giuseppe Labre
La vita di san Benedetto Giuseppe Labre ha una diffusione molto limitata, se paragonata a quelle di altri santi, anche suoi contemporanei. Non per questo, però, va taciuto il dono che lui è stato per la Chiesa del suo tempo e nemmeno il messaggio che, a duecentocinquantuno anni dalla sua fine terrena, continua a consegnare a chi si lascia affascinare dal suo percorso spirituale.
Questo è lo scopo che ha mosso Luigi Accattoli, già vaticanista del Corriere della Sera, a indagare le ragioni per cui oggi non può più essere considerato un santo “fuori moda”. Benedetto Giuseppe Labre – Una santità sorprendente donata dallo Spirito attualissima oggi, edito da Velar (pagine 48, euro 5), non prescinde dal dato biografico, che occupa metà dell’opera, ma racconta con efficacia i lati del suo percorso spirituale che hanno ancora presa sugli uomini e le donne dei nostri tempi.
La simpatia che Accattoli prova per Labre – nato ad Amettes in Francia il 26 marzo 1748, morto a Roma il 16 aprile 1773 e canonizzato l’8 dicembre 1881 – è dovuta al fatto che le sue spoglie riposano nella chiesa di Santa Maria ai Monti, di cui è parrocchiano. Lo considera «un uomo di nuda fede in un tempo di religione mondanizzata», «monaco errante», amato dalla gente del popolo, la prima a riconoscerlo come santo, ma anche da contemplativi come Thomas Merton o papa Benedetto XVI. Avanza anche una proposta: «Oggi che le nostre città e i nostri villaggi sono di nuovo rigurgitanti di persone prive di abitazione, oggi che Roma – la patria di elezione del Labre – pare divenuta la capitale dei senza fissa dimora, il nostro santo potrebbe essere considerato il patrono dei senzatetto e di chi li accoglie», in quanto conobbe «tutte le modalità di sopravvivenza di chi non ha una casa, un lavoro, una famiglia».
La seconda metà del volumetto riporta quasi per intero il capitolo della prima biografia, scritta da Giuseppe Loreto Marconi, dedicato ai pellegrinaggi, ma anche le prove più evidenti del fatto che Benedetto Giuseppe oggi è «amato e cercato dai più poveri tra i poveri». Sono trascritte molte delle preghiere, a volte scritte su supporti di fortuna come scontrini fiscali o biglietti degli autobus, che i fedeli hanno deposto presso l’urna che custodisce i suoi resti, i quali sono stati sottoposti a ricognizione canonica a partire dal 7 luglio 2023. Sono richieste di guarigioni e aiuti di ogni genere, dal tono umile e fiducioso al tempo stesso.
Ideale complemento all’indagine di Accattoli è la Novena a San Benedetto Giuseppe Labre, pubblicata sempre da Velar (pagine 24, euro 1,50). Curata dall’Ufficio liturgico della diocesi di Roma e adatta principalmente alla preghiera comunitaria, abbina passi della Scrittura, richieste d’intercessione e invocazioni litaniche a nove punti in cui si concretizza il suo esempio: «Povertà volontaria», «Attenzione ai più poveri di lui», «Affidamento alla Provvidenza», «L’umiltà di tenersi ultimo in ogni circostanza», «Misericordia verso tutti», «Non maledire neanche Satana», «Orazione continua», «Amore a Maria» e «Passione per l’Eucarestia».