Il martirio. Due anni fa l'omicidio di padre Hamel: restiamo umani
Padre Jacques Hamel
«Possiamo ascoltare in questo tempo l’invito di Dio a prendere cura di questo mondo, per renderlo, là dove viviamo, più caloroso, più umano, più fraterno». Scriveva così sul giornale della parrocchia, poche settimane prima di essere assassinato, padre Jacques Hamel, il sacerdote 86enne ucciso il 26 luglio 2016 mentre celebrava la Messa nella chiesa di Saint Etienne a Saint-Etienne-du-Rouvray, in Francia. A togliergli la vita con inaudita violenza due giovani estremisti islamici.
Un anniversario vissuto nella preghiera
Una testimonianza di amore quella dell’anziano sacerdote che viene ricordata con attenzione, ammirazione e trasporto nel secondo anniversario della morte. Cuore delle celebrazioni naturalmente la città di Saint-Étienne-du-Rouvray che il 26 luglio ospita una “cerimonia repubblicana per la pace e la fraternità”. L’appuntamento è alle 10.30 di fronte alla stele, inaugurata l’anno scorso, su cui sono incisi i 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani. L’iniziativa è organizzata dal sindaco Joachim Moyse e prevede la partecipazione del ministro dell’interno Jacqueline Gourault, del prefetto Fabienne Buccio e dell’arcivescovo di Rouen, Dominique Lebrun. Sotto il profilo religioso dopo la veglia di preghiera di mercoledì 25 luglio il programma prevede una piccola “marcia” verso la chiesa di Saint Etienne seguita dall’Eucaristia presieduta dall’arcivescovo Lebrun.
Il riconoscimento del martirio
Nato il 30 novembre 1930 a Darnétal, Jacques Hamel era stato ordinato sacerdote nel 1958 per diventare Il 30 giugno dello stesso anno vicario di Sant’Antonio di Le Petit-Quevilly. Nel 1967 il trasferimento a Notre-Dame de Lourdes di Sotteville-lès-Rouen, poi nel 1975 la nomina a parroco di Saint-Pierre-lès-Elbeuf, cui seguì Cléon nel 1988. L’ultima tappa del suo ministero fu la parrocchia Saint-Étienne, a Saint-Etienne-du-Rouvray (arcidiocesi di Rouen) dove arrivò nel 2000 decidendo di restare come ausiliare anche dopo il compimento dei 75 anni, quando avrebbe potuto ritirarsi. «Rimango sul campo per servire la comunità celebrando Messa e amministrando i sacramenti» – ripeteva spesso.
Il 13 aprile 2017 durante la Messa del Crisma l’arcivescovo Lebrun ha annunciato l’apertura ufficiale della causa di beatificazione per martirio, aggiungendo che nella fase diocesana saranno ascoltati 69 testimoni. Già il Papa durante l’Eucaristia celebrata in Vaticano il 14 settembre 2016 aveva parlato con ammirazione di padre Hamel. «È martire! E i martiri sono beati, dobbiamo pregarlo».
Un uomo semplice che credeva nel dialogo
«Padre Jacques Hamel – ha ricordato il postulatore della causa di beatificazione padre Paul Vigouroux – ha condotto la sua vita da prete nella più grande semplicità, sempre nelle periferie, sia le periferie dell’agglomerato urbano di Rouen sia nelle periferie esistenziali di molti dei nostri contemporanei. In un comune caratterizzato da una forte presenza di popolazione di origine straniera, ha intrattenuto buoni rapporti con la comunità musulmana».
Il messaggio: prendiamoci cura di questo mondo. Preghiamo per la pace
Una testimonianza nel segno del dialogo richiamata anche nel messaggio del 6 giugno 2016 diventato testamento spirituale dell’anziano sacerdote. Padre Hamel scriveva così:
La primavera è stata piuttosto fresca. Se il nostro morale è stato un po’ a terra, pazienza, alla fine l’estate arriverà. E anche il momento delle vacanze.
Le vacanze sono un tempo per prendere le distanza dalle nostre occupazioni abituali. Ma non sono una semplice parentesi. Sono un momento di relax, ma anche di rigenerazione, di incontri, di condivisione, di convivialità.
Un tempo di rigenerazione. Ci sarà chi si prenderà qualche giorno per un ritiro o un pellegrinaggio. Altri rileggeranno il Vangelo, da soli o in compagnia, come una parola che fa vivere l’oggi.
Altri potranno rigenerarsi nel grande libro della creazione ammirando i paesaggi tanto diversi e magnifici che ci elevano e ci parlano di Dio.
L’augurio è che possiamo in quei momenti sentire l’invito di Dio a prenderci cura di questo mondo, a farne, là dove viviamo, un mondo più caloroso, più umano, più fraterno.
Un tempo di incontro, con familiari e amici. Un momento per prendersi il tempo di vivere qualcosa insieme. Un momento per essere attenti agli altri, chiunque essi siano.
Un tempo di condivisione. Condivisione della nostra amicizia, della nostra gioia. Condivisione del nostro aiuto ai figli, mostrando che per noi contano.
Anche un tempo di preghiera. Attenti a ciò che avverrà nel nostro mondo in quel momento. Preghiamo per coloro che ne hanno più bisogno, per la pace, per un migliore vivere insieme.
Sarà ancora l’anno della misericordia. Cerchiamo di avere un cuore attento alle cose belle, a ciascuno e a tutti coloro che rischiano di sentirsi un po’ più soli.
Che le vacanze ci consentano di fare il pieno di gioia, di amicizia e di rigenerazione. Allora potremo, meglio provvisti, riprendere la strada insieme.
Buone vacanze a tutti!.
Padre Jacques
(traduzione di Anna Maria Brogi)