L'evento. Don Giussani beato: al via l'ascolto dei testimoni
Don Luigi Giussani
La scelta della data non è casuale. Il 9 maggio è infatti la solennità dell’Ascensione che don Luigi Giussani sentiva molto. Così predicava il 16 maggio 1992 a un ritiro di Memores Domini (associazione di laici legati a Comunione e Liberazione): «il mistero dell’Ascensione compie il mistero della Risurrezione, lo amplifica e lo dilata per tutta la realtà, per tutti i tempi, per tutta la storia, per l’eternità: re dell’universo, Signore della storia. La ricchezza multiforme che questo possesso implica viene comunicata, nelle circostanze che la fedeltà vive, a chi lo segue, a chi è chiamato: "Tu che hai dato a coloro che hai chiamato la multiforme ricchezza della sapienza eterna", tu che sei il re dell’universo, dice la liturgia». E proprio il 9 maggio, alle 17, nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, l’arcivescovo Mario Delpini aprirà la prima sessione pubblica della Fase testimoniale per la causa di beatificazione e di canonizzazione del fondatore di Cl. Entra dunque nel vivo l’iter che potrebbe portare don Giussani agli onori degli altari. Il processo è stato avviato 12 anni fa quando fu accolto l’invito da parte dell’allora arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola che ne diede l’annuncio pubblico in Duomo il 22 febbraio 2012, settimo anniversario della morte del Servo di Dio e 30° del riconoscimento della fraternità di Comunione e Liberazione (Cl). C’è stata poi la fase documentale con la raccolta di migliaia e migliaia di pagine, tra scritti autografi e testimonianze, cui ora seguirà l’ascolto dei testimoni una cui prima lista, destinata però a essere scremata, conta almeno 200 persone.
Folla ai funerali di don Giussani - Fotogramma
Nato a Desio il 15 ottobre 1922 e ordinato presbitero il 26 maggio 1945, don Giussani, recita l’editto che annunciava la causa di beatificazione, fu un sacerdote appassionato ed entusiasta, che «insieme all’insegnamento nel Seminario, si dedicò all’animazione pastorale e ai giovani dell’Azione cattolica Italiana, soprattutto quelli di Gioventù studentesca, tra i quali portò freschezza di iniziative e nuove intuizioni, che lo coinvolsero sempre di più, tanto che chiese di lasciare l’insegnamento in Seminario per potersi dedicare pienamente alla formazione giovanile, iniziando ad insegnare religione al Liceo Berchet di Milano, ove suscitò subito la risposta entusiasta degli studenti». Seguirono – aggiunge il testo dell’arcidiocesi ambrosiana - nuove iniziative, nuove intuizioni, nuove proposte, che coinvolsero sempre più numerosi giovani e adulti, dando vita al Movimento di Comunione e liberazione, che ha segnato la storia della Chiesa ambrosiana e italiana, in anni non privi di turbolenze e contrasti. Il Movimento germogliò diversi e fecondi frutti e si è esteso ormai in tutta la Chiesa, sempre custodendo il cuore della proposta originaria, che ci riporta alle parole del nostro massimo patrono, sant’Ambrogio: «Cristo è tutto per noi».
Il cardinale Ratzinger ai funerali di don Giussani - Fotogramma
«Don Giussani – disse il cardinale Joseph Ratzinger futuro Benedetto XVI il 24 febbraio 2005 durante i funerali del fondatore di Cl - realmente voleva non avere per sé la vita, ma ha dato la vita, e proprio così ha trovato la vita non solo per sé, ma per tanti altri. Ha realizzato quanto abbiamo sentito nel Vangelo: non voleva essere un padrone, voleva servire, era un fedele "servitore del Vangelo", ha distribuito tutta la ricchezza del suo cuore, ha distribuito la ricchezza divina del Vangelo, della quale era penetrato e, servendo così, dando la vita, questa sua vita ha portato un frutto ricco - come vediamo in questo momento - è divenuto realmente padre di molti e, avendo guidato le persone non a sé, ma a Cristo, proprio ha guadagnato i cuori, ha aiutato a migliorare il mondo, ad aprire le porte del mondo per il cielo».
Dopo la fase milanese, l’iter per la beatificazione di Giussani proseguirà presso la Santa Sede, nella fase romana che dopo aver valutato se il servo di Dio ha vissuto le virtà cristiane in modo straordinario (e allora sarò dichiarato “venerabile”), valuterà l'accertamento del verificarsi di un miracolo, cioè di una guarigione inspiegabile scientificamente ottenuta per intercessione del candidato agli altari.