Chiesa

Fede e web. «Tanti gli hater, ma grande è il bene che si può fare online»

Andrea Galli sabato 30 marzo 2024

don Ambrogio Mazzai

«Gesù, tanti seguono il barbaro spettacolo della tua esecuzione e, senza conoscerti e senza conoscere la verità, emettono giudizi e condanne, gettando su di te infamia e disprezzo. Accade anche oggi, Signore, e non serve nemmeno un macabro corteo: basta una tastiera per insultare e pubblicare sentenze». Le parole del Papa nella sesta stazione della Via Crucis, con l’incontro tra il Signore e la Veronica, richiamano un fenomeno, quello dell’insulto online o degli hater, gli odiatori, con cui si confronta quotidianamente don Ambrogio Mazzai, 33 anni, sacerdote della diocesi di Verona, collaboratore parrocchiale a San Zeno di Mozzecane e soprattutto seguitissimo su TikTok, con un profilo da 371mila follower.

Don Ambrogio, cosa ne pensa degli hater?

È una realtà nuova con cui fare i conti. Prima uno incontrava degli sconosciuti, magari in strada, ma non gli capitava di essere aggredito verbalmente. Su internet invece sì.

Non sono figure che la turbano?

No, do loro il giusto peso, ma certamente possono creare una pressione psicologica, farti sentire, dai e dai, dalla parte sbagliata. E sappiamo che ci sono casi in cui il disprezzo e l’accanimento online hanno portato al suicidio. Pensando alle parole del Papa, anche Gesù è stato denigrato da una folla di sconosciuti.

La figura del sacerdote che si espone online attira certamente un odio particolare.

Sicuramente. Mi rendo conto che ci sono cose che dico che vengono criticate o attaccate solo perché sono un prete. Se non lo fossi passerebbero via lisce. Però poi ci sono odiatori che in realtà non lo sono.

In che senso?

Uno che odia un altro, lo insulta una volta, due ma poi guarda altrove. Invece tanti hater mi seguono con costanza, leggono tutto. A meno che non sia una forma di ossessione, io vi scorgo comunque un interesse per quello che dico o che rappresento.

Poi parliamo di una minoranza. Colpisce piuttosto vedere quanti suoi follower che si dichiarano non credenti o non sono praticanti la ringraziano per quello che pubblica.

Sì certo e forse quelli che apprezzano sono anche meno portati a intervenire. Ma il riscontro che viene da loro è prezioso. Sono voci che confermano e a volte consolano.

Il bilancio della sua esperienza su TikTok dai numeri sembra molto positivo.

È positivo non tanto per i numeri in sé, ma per le volte che sento di aver aiutato qualcuno. È quello che fa dire: vale la pena esserci.

Sicuramente ha raggiunto persone che, per numero e profilo sociale, non avrebbe mai potuto raggiungere in un altro modo.

Questo è vero.

Le capita mai che poi la vengano a cercare nella vita reale?

Si qualche volta mi chiedono anche dove celebro e dove confesso, per venire a Messa. Io prima ricordo loro che hanno una parrocchia di riferimento. E non è che io celebri diversamente dagli altri preti.

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