Una
giornata speciale per ricordare i
marittimi e pregare per loro, per le loro famiglie e per quanti si dedicano al loro servizio.
Così don Natale Ioculano, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale del mare, presenta la “
domenica del mare” che viene celebrata il
10 luglio. «Quello dei marittimi – spiega don Ioculano – è un lavoro da cui tutta l’umanità, che produce o che consuma, trae beneficio, ma di ciò non ci si rende conto. La ‘
domenica del mare’, nel far acquisire la consapevolezza dell’interdipendenza dei mondi lavorativi, promuove una maggiore solidarietà verso chi, per tante ragioni, ha meno possibilità di far sentire la propria voce». Come, ad esempio, i marittimi, soggetti molto spesso a tante sofferenze. Il direttore dell’Ufficio Cei ne indica, in modo particolare, due: «In primo luogo è noto che il trasporto via mare è il più globalizzato. In esso, causa la perdurante crisi, si avverte una maggiore pressione del cosiddetto dumping sociale, che da un lato mortifica il valore della professionalità, e quindi dell’impegno profuso, dall’altro crea esclusi. E i marittimi italiani ne sanno qualcosa. La seconda sofferenza riguarda un diritto negato. Ultimamente, infatti, sono sempre di più i porti italiani, nei quali ai marittimi è impedito di scendere a terra: occorre indagarne le cause per trovare una soluzione». Da qui l’appello a “porre segni reali e concreti di solidarietà verso i marittimi”.