Chiesa

La storia. Dom Perignon, l'inventore dello champagne

Riccardo Maccioni lunedì 1 gennaio 2024

Dom Pierre Perignon

Anche se con il boom del prosecco il mito si è un po’ ammaccato, per molte persone festa significa champagne, i pasti importanti vanno cioè abbinati alle bollicine francesi. Una tradizione spesso molto costosa a dispetto delle sue origini estremamente sobrie. La nascita dello champagne richiama, infatti, un monaco benedettino il cui nome oggi è immortalato in un marchio d’élite. Parliamo di Pierre Perignon (dom è l’appellativo riservato ai membri di alcuni ordini monastici) che nacque nel 1638 a Sainte-Menehould, nella regione transalpina della Champagne-Ardenne, imparando a conoscere il vino sin da piccolo grazie al lavoro nei vigneti del padre, cancelliere di tribunale, e di uno zio.

Interno dell'abbazia di Saint-Pierre d'Hautvillers - Flickr


Più forte di ogni altra possibile attività era però la vocazione religiosa, che lo portò nel 1656 ad essere accolto nell’abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers, dove fu ordinato prete a 30 anni rimanendovi fino alla morte, nel 1715. Tra le attività del monastero imperniate sulla regola dell’ora et labora c’era la produzione e la vendita di vino. In particolare, a dom Pierre venne affidata la responsabilità delle cantine e qui la storia si fa curiosa. Si racconta infatti che durante un pellegrinaggio, in un’altra abbazia benedettina, quella di Saint-Hilaire, Pérignon avesse scoperto un metodo di vinificazione per rendere il vino frizzante e tornato a casa lo insegnasse agli altri monaci.

Vigneti nella regione francese di Champagne-Ardenne - Foto di archivio

Circa la nascita dello champagne esistono invece due versioni. La prima fa riferimento, come spesso succede, a un errore; durante la preparazione di vino bianco, alcune bottiglie esplosero facendo intuire al monaco che poteva rendere il vino frizzante.
Secondo un’altra narrazione invece dom Perignon avrebbe aggiunto zuccheri e fiori durante l’imbottigliamento provocando, grazie allo zucchero, la rifermentazione. Quindi si dovrebbe al monaco la scoperta che è la seconda fermentazione a “muovere” il vino.
Non tutti, comunque sono concordi nell’attribuire la paternità dello champagne a Perignon.
A promuoverne il mito fu sicuramente un altro monaco, dom Groussard che attribuendo a Perignon la realizzazione del più famoso vino francese contribuì a far crescere la notorietà dell’abbazia d’Hautvillers. Lo stesso Groussard rivelò che Perignon sarebbe stato in grado di riconoscere ogni tipo di vigneto assaggiando un solo acino d’uva.
La storia, insomma, come spesso succede confina con la leggenda. Così a dom Perignon viene attribuito l’uso, per primo, dei tappi di sughero per sigillare le bottiglie mentre gli va riconosciuta sicuramente la capacità di aver lavorato sul vino per renderlo di maggiore qualità. Sia come sia, anche se qualche notizia che lo riguarda è stata sicuramente ingigantita non c’è dubbio che la figura di dom Perignon sia indissolubilmente legata allo champagne, promuovendone, se così si può dire, l’immagine di monaco “con le bollicine”.