Assemblea Cei. Il Papa: «Pastori, siate lievito di unità»
"Ho vissuto quest'anno cercando di pormi con il passo di ciascuno di voi: ho ascoltato e condiviso il percorso di speranze e preoccupazioni pastorali: ci siamo rinfrancati ritrovando nel pane spezzato il profumo di un incontro".
Queste le prime parole del Papa, che dopo un momento di preghiera e raccoglimento, ha aperto alle 17 per la prima volta la 66esima Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. I lavori, che termineranno giovedì 22, si svolgono in Vaticano nell’Aula del Sinodo. Il Papa ha preso la parola dopo un breve saluto del cardinale presidente Angelo Bagnasco: "Vorremmo essere portatori della voce del nostro popolo, e voce di gioiosa riconoscenza per le sue parole che ogni giorno ci offre". Bagnasco nel suo saluto ha ricordato che nel corso di questa assemblea i vescovi italiani discuteranno della riforma dello statuto della Cei, sulla base di alcune linee già abozzate dopo un serio confronto, "secondo la logica della corresponsabilità".Ed ecco le parole che il Papa ha rivolto ai vescovi italiani in qualità di vescovo di Roma, tracciando le caratteristiche che secondo Bergoglio sono proprie di un pastore: "Primo tratto: siate pastori di una Chiesa che è comunità del Risorto. Chiediamoci: chi è per me Gesù Cristo? Che dice di lui la mia vita? La fede è memoria viva di un incontro". Attenzione alla tentazione del quieto vivere, dell'accidia, dell'insofferenza, la tentazione della presunzione, "di accomodarsi nella tristezza che lascia insoddisfatti". Fratelli, ha esortato il Papa, l'incontro con Gesù non perda la gioia. "I piani pastorali servono, ma la nostra vita spirituale va allenata al modello di Gesù. Spiritualità è ritorno all'essenziale, la sola cosa veramente necessaria anche quando le situazioni pastorale si fanno difficili"."Teniamo fisso lo sguardo su di Lui". Ed ecco il secondo tratto del profilo del vescovo: "Mi sento figlio di Dio, oltre che pastore? Quanto sono disposto a soffrire per la Chiesa? La nostra missione richiede un cuore spogliato da ogni interesse mondano, un cuore lontano da ogni mondanità". Un cuore che sente e soffre con gli altri. "Dobbiamo imprimere alla Chiesa italiana un forte spirito di rinnovata unità", ha detto Bergoglio citando un intervento di Paolo VI, 50 anni fa, alla Conferenza episcopale italiana. "Dobbiamo rifuggire la gestione personalistica del tempo, le chiacchiere, le mezze verità, la litania delle lamentele, la durezza di chi giudica senza coinvolgersi. L'accecamento dell'invidia, le consorterie... Quanto è vuoto il cielo di chi è ossessionato da se stesso. La comunione ecclesiale è l'antidoto a tutte queste tentazioni", ha riecheggiato il Papa.
Non stancatevi di valorizzare le diocesi, anche le più piccole, ha continuato. "Non stancatevi di intessere tra voi rapporti all'insegna della stima reciproca. Le reti e il confronto abbattono le distanze. Quanto ai parroci, spesso sfiduciati dall'esiguità del "raccolto" rispetto all'impegno riversato, occorre assicurare loro vicinanza e comprensione, in modo che si possano sentire sempre a casa nel vostro cuore. "Non è tempo di fare il bilancio di entrate e uscite, ma di esercitare la pazienza, che è il volto maturo dell'amore".
Il Papa ha poi chiesto il coinvolgimento dei giovani e delle donne nella programmazione pastorale.
Il terzo tratto, quello conclusivo, del pastore che vuole essere profezia del Regno: "Siate lievito di unità che fermenta nel farsi prossimo. Siate semplici, poveri e misericordiosi per camminare spediti e non frapporre nulla tra voi e gli altri. Siate interiormente liberi, attenti a imparare la lingua della gente, affiancando le persone lungo le notti delle loro solitudini. Accompagnateli fino a riscaldare loro il cuore". Tra i luoghi in cui è necessaria la vicinanza c'è la famiglia: "Testimoniatene la centralità della famiglia contro l'individualismo, promuovete la vita del concepito come quella dell'anziano". Un altro spazio che non si può disertare è il mondo del lavoro e in particolare il mondo dei precari, disoccupati, cassintegrati. Un'altra trincea è quella dei migranti.Il Papa ha poi parlato delle necessità di alzare la propria voce critica nei confronti del modello di sviluppo che crea nuove forme di emarginazione e di farsi al contrario portavoci del bisogno di un nuovo umanesimo. "Vi accompagno con la mia preghiera e la mia vicinanza", ha concluso Bergoglio, sollecitando a sue volte preghiere alla vigilia del viaggio in Terrasanta.