Fluisce silenzioso come la linfa che innerva la pianta dalle radici alle foglie il sostegno delle diocesi a chi è in difficoltà. E, come la linfa, si distribuisce capillarmente: da Aosta alla Sicilia sono state messe in campo risorse tra le più varie perché la risposta al bisogno fosse puntuale. Sono innumerevoli i fondi di solidarietà di cui le diocesi si sono fatte promotrici, le iniziative di micro e macro credito, consistenti le somme distribuite. Impossibile fare un elenco completo delle tante iniziative. In
Piemonte, le Chiese cuneesi - Alba, Cuneo, Fossano, Mondovì Saluzzo - con il progetto “Emergenza casa” offrono una risposta alle famiglie sfrattate o a rischio sfratto attraverso l’erogazione di un contributo una tantum per sostenere i costi di locazione. Susa punta sulla mensa - un pasto caldo alla Tavola amica - così come le diocesi di Vercelli ed Acqui. Ad Asti è operativo un progetto indirizzato al sostegno dei disoccupati. Anche Aosta, per sostenere il lavoro, con i fondi dell’8 per mille promuove borse di studio e corsi. In
Lombardia, dal 23 gennaio 2009, il Fondo famiglia lavoro è la risposta principale della Chiesa milanese. A Bergamo, Como, Crema. Cremona, Lodi e Mantova esistono appositi fondi per erogare contribuiti alle famiglie. Contesto diverso invece a Pavia, sul cui territorio provinciale operano anche le Caritas di Tortona e Vigevano. Insieme, i tre organismi collaborano nel coordinamento del microcredito, istituito in funzione anticrisi. Il Fondo emergenza famiglie è lo strumento operativo delle diocesi della
Liguria, come Savona e Ventimiglia. È ancora con la formula del fondo di solidarietà che si concretizza l’aiuto ai bisognosi in
Emilia Romagna : in questa direzione si sono orientate le diocesi di Ravenna, Forlì, Cesena, Faenza e Imola. Mobilitate anche Bologna, Reggio Emilia e Piacenza dove si replica l’idea del fondo di solidarietà mentre la Caritas diocesana di Modena, con la collaborazione dell’ordine dei farmacisti, ha proposto la donazione di farmaci per il Centro di ascolto diocesano per favorire l’accesso alle cure mediche di famiglie in difficoltà. Fidenza, infine, oltre al fondo diocesano costituito dalle collette quaresimali, ha lanciato il progetto “Adozioni a vicinanza”, che consiste nell’affiancamento, sia relazionale sia economico, di nuclei in difficoltà. La crisi ha spinto le Caritas delle
Marche ad attivare progetti di microcredito per aiutare famiglie e singoli. È successo a Fano che già dal 2007 ha attivato, con la collaborazione del Banco di credito cooperativo di Fano, micro-prestiti di massimo 5.000 euro. Il microcredito è praticato anche dalle Chiese di Ascoli Piceno, Ancona, Jesi, Senigallia, Macerata. Nel periodo di Avvento i vescovi dell’
Umbria hanno fatto appello alla generosità di tutti per ridare slancio al Fondo di Solidarietà. Anche nel
Lazio la Chiesa è scesa in campo per dare risposte concrete all’accresciuta situazione di difficoltà: a Viterbo la diocesi alimenta da anni un proprio fondo di solidarietà, grazie al quale sostiene prestiti a famiglie indebitate, che restituiscono quanto avuto senza fretta e senza interessi. Anche la diocesi di Porto Santa Rufina ha il suo fondo solidale mentre Ladispoli è impegnata sul fronte dei senza fissa dimora con un’apposita struttura di accoglienza. Un fondo di garanzia - la
Fondazione Antiusura Jubilaeum - è stato voluto dai vescovi di Avezzano, L’Aquila e Sulmona ed ha esteso la propria competenza operativa sull’intera regione
Abruzzo attivando sezioni anche nelle diocesi di Chieti, Pescara, Lanciano e Teramo. La
Campania è tra le regioni più colpite per l’incidenza della povertà relativa che è superiore alla media nazionale. Una situazione che trova attente e solidali le Chiese locali che hanno attivato 70 progetti per sostenere in modo specifico le famiglie e le piccole imprese colpite dalla crisi economica. Si chiama “Barnaba” il progetto di micro credito a giovani e imprese promosso dalla diocesi di Andria, in
Puglia. Esperienze simili stanno nascendo a Ugento e Nardò mentre a Brindisi e a Bari sono molto attive le fondazioni anti-usura. In
Basilicata le situazioni di maggiore difficoltà vengono analizzate «caso per caso». Le sei diocesi della regione, oltre all’«ordinario» impegno per gli indigenti e ai programmi promossi a livello nazionale, hanno attivato progetti finanziati dai fondi di solidarietà: è il caso delle attività di contrasto all’esclusione e al disagio sociale del Cestrim (costituito a Potenza nel 1995) e della Fondazione lucana antiusura “Mons. Cavalla” di Matera. I progetti di contrasto a vecchie e nuove povertà approvati dalla Regione in
Sicilia sono molteplici. Sul territorio palermitano ben 21, per un importo di quasi due milioni e mezzo di euro.