Giornata di Avvenire. «L'informazione aiuti le persone a pensare»
Dai vescovi l’invito a sostenere il quotidiano cattolico che offre uno sguardo non omologato
MILANO Delpini: basta con gli slogan. Le parole raccontino la vita
«Non nascondo le mie preferenze per il quotidiano Avvenire e ne faccio motivo per raccomandare a tutti, cattolici e non cattolici, il giornale italiano di ispirazione cattolica, fatto per gente che vuole ascoltare e che è incline a pensare». Lo scrive l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, nel messaggio in occasione della Giornata diocesana del quotidiano che si celebra oggi nella Chiesa ambrosiana. È l’apprezzamento per lo stile di fare informazione che si differenzia nel panorama editoriale italiano. «Se tutti gridano e invadono la comunicazione con notizie clamorose, la parola che racconta la vita, la parola che condivide un ragionamento dove troverà un luogo in cui posarsi? Io raccomando Avvenire (e quando dico Avvenire penso naturalmente anche all’allegato domenicale Milano Sette, che ogni settimana racconta la vita della nostra diocesi) perché ospita la parola che ascolta le vicende, esprime un punto di vista senza insinuare il sospetto che chi la pensa diversamente sia uno stupido o un malizioso».
Di fronte a una cronaca che dà ampio spazio alle “cattive” informazioni con «l’esposizione dei “mostri” alla curiosità del pubblico», «la notizia ossessiva suscita un’emozione talmente intensa che lo sguardo si annebbia e la realtà con la sua bellezza, le persone con la loro bontà, i germogli di bene con la loro forza promettente non si possono neppure percepire». Anche per questo Delpini raccomanda Avvenire, «perché raccoglie dappertutto segni di speranza, insieme con grida di allarme, motivi per essere fieri di appartenere a questa umanità e un senso di urgenza nel darsi da fare per evitare l’irrimediabile».
Particolarmente apprezzata dall’arcivescovo l’attenzione verso i fatti internazionali. «Se vicende di popoli e notizie di guerre arrivano alla ribalta solo quando inquietano l’economia occidentale o coinvolgono cittadini italiani, come potremo farci un’idea del gemito dell’umanità? L’inevitabile inganno visivo, che ingigantisce ciò che è vicino e riduce a dimensioni illeggibili ciò che è lontano, può essere corretto solo tenendo gli occhi aperti e ascoltando quello che la gente racconta e quello che i missionari vivono piuttosto che ripetendo i comunicati dei governi. Apprezzo Avvenire perché offre uno sguardo sul mondo intero e raccoglie le voci di coloro che osservano la realtà dal punto di vista di coloro che la soffrono e se ne prendono cura».
Prezioso poi il ruolo del quotidiano dei cattolici nella comprensione della vita della comunità cristiana. «Se il racconto della vita della Chiesa – sottolinea Delpini – si riduce a riportare le notizie piccanti, le curiosità marginali, e seleziona le parole del Papa e dei vescovi in funzione dell’effetto che si vuole produrre, come si potrà riconoscere il segno della Chiesa? La ripetizione di luoghi comuni, la riduzione a slogan di pensieri di straordinaria profondità, l’indifferenza verso eventi significativi censurati da un impassibile silenzio fa torto a un popolo numeroso, custode della speranza per tutti».
ROMA De Donatis: parlare col cuore- Aperti al dialogo con gli altri
Diffusione straordinaria di Avvenire oggi nelle parrocchie della diocesi di Roma per l'annuale Giornata del quotidiano, che anche quest’anno coincide con la Giornata mondiale dei poveri. L’inserto diocesano domenicale Roma Sette dedica per l’occasione ampio spazio proprio all’impegno per i bisognosi, dai risultati del rapporto Caritas sulla povertà energetica alle esperienze delle parrocchie e delle associazioni ecclesiali accanto ai più fragili: il racconto dell’intervento concreto per chi è in difficoltà, primo frutto dell’ascolto del “grido della città“ al centro del cammino sinodale in corso.
La diffusione straordinaria è un'opportunità di sensibilizzazione per le comunità parrocchiali e di maggiore conoscenza del giornale per i fedeli che le frequentano. E lo è anche per riflettere sul prezioso valore della comunicazione nel contesto attuale, come fa il cardinale vicario del Papa per la diocesi di Roma, Angelo De Donatis, nella tradizionale lettera inviata ai parroci romani per la Giornata di Avvenire. Il porporato ricorda che il tema scelto da Francesco per la 57ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebrerà nel 2023, è “Parlare col cuore: Veritatem facientes in caritate (Ef 4,15)”, inserito «nel Cammino sinodale che tutta la Chiesa sta vivendo, compresa la nostra diocesi. Nella società attuale», continua il cardinale, «il “cantiere” della comunicazione – per usare un’immagine ormai entrata nel linguaggio del cammino sinodale – è una realtà decisamente variegata, dove molto spazio è dedicato alla cronaca nera e prevale non di rado un’impostazione segnata dalla logica delle conflittualità e delle polarizzazioni, con il risultato di perdere di vista le risorse di bene che maturano negli ambienti di vita del nostro tempo».
Da qui la sua proposta sul tipo di strumenti di comunicazione più adeguati da utilizzare, tra cui proprio Avvenire. «Per questo, in un periodo storico caratterizzato da un’informazione diffusa che ci raggiunge attraverso numerosi canali, anche sui nostri telefonini, è importante», sottolinea De Donatis, «privilegiare gli strumenti di comunicazione che sappiano davvero “parlare col cuore”, aperti al dialogo con gli altri, interessati a ciò che di sano cresce nel tessuto sociale, con la volontà di cercarne le tracce consumando “le suole delle scarpe”, come lo stesso papa Francesco aveva raccomandato un anno fa agli operatori dell’informazione in un altro suo messaggio, per intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone». Da qui l’invito rinnovato dal cardinale ai parroci «a sostenere il quotidiano dei cattolici favorendone la diffusione soprattutto tra i laici più impegnati». Non manca in conclusione la sottolineatura dello «speciale legame tra Avvenire e il nostro settimanale diocesano Roma Sette, che da quasi cinquant’anni racconta la vita ecclesiale romana ed è oggi impegnato a dar conto anche del cammino sinodale, in sinergia con gli altri mezzi di comunicazione della diocesi», dalla testata online Romasette.it al sito diocesano ai canali social.
La buona stampa protagonista in altre quattro diocesi
Acerra, Aversa, Imola e Tortona oggi festeggiano con Avvenire la Giornata del quotidiano. La diocesi di Acerra, nel centenario della nascita di don Antonio Riboldi (16 gennaio 2023), fa memoria di un «profeta dei deboli» e si prepara alle iniziative che da dicembre celebreranno la figura di colui che fu vescovo dal 1978 al 1999, lottando nel suo ministero contro la camorra. Contro lo stesso fenomeno, si scagliava anche il documento della Conferenza episcopale campana “Per amore del mio popolo non tacerò”, di cui ricorrono i 40 anni. Il vescovo Antonio Di Donna, nel suo editoriale, parla del Cammino sinodale e del potere «di una Chiesa sempre più spirituale». «Cercheremo di ripensare – scrive – la nostra azione pastorale, lo stile, gli obiettivi, i linguaggi, il metodo, le strutture».
Aversa presenta nella sua pagina diocesana il secondo anno di Cammino. Il vescovo Angelo Spinillo invita ad essere «pellegrini innamorati del Vangelo». «Per raggiungere la persona amata – sottolinea – l’innamorato non teme di percorrere le strade che gli si aprono innanzi». Così gli innamorati del Vangelo sono chiamati a essere «sempre in cammino verso la luce cui guardano fiduciosi; e pellegrini insieme, con gioiosa condivisione della speranza propria del cuore di ogni altro fratello o sorella chiamato dall’unica misericordia all’unica grazia di vita».
Il vescovo di Imola, Giovanni Mosciatti, esordisce con un paradosso nel suo messaggio dedicato alla comunicazione. «Viviamo in un mondo in cui c’è tantissima comunicazione, tutti parlano, eppure ci accorgiamo che il bisogno fondamentale è quello di essere ascoltati». E un tempo di ascolto è stato l’incontro dei giovani con lo stesso Mosciatti e il cardinale Matteo Zuppi al teatro Ebe Stignani. Per Zuppi, «l’arte di vivere consiste nell’aggiustare in continuazione i nostri legami». I figli, ha aggiunto il presidente Cei, «ci aiutano a comprendere il senso della vita: donarla. Io, ad esempio, sono contento quando riesco a donare parte di quello che sono agli altri, anche così capisco chi sono».
Tortona riflette sulle parole del vescovo Guido Marini che nella sua prima Lettera pastorale sottolinea la centralità di Gesù: «Insieme a san Luigi Orione, ancora una volta, per voi e con voi, riaffermo che siamo chiamati a “vivere Cristo”, a fare di Lui, e della Sua vita in noi, il significato primo del nostro essere cristiani e della nostra appartenenza ecclesiale». La pagina speciale di oggi racconta il giubileo per il patrono san Marziano nei 1900 anni dal martirio, e il Festival nel 150° anniversario della nascita di don Lorenzo Perosi che in questi giorni fa di Tortona la capitale della musica sacra.