Sono circa 10mila i missionari
italiani nel mondo. Religiosi, suore ma anche laici, in
tutti gli angoli della terra per dare il loro aiuto ma
soprattutto la loro testimonianza cristiana. Sono in Africa, Asia America
Latina, Oceania, ma anche nella vicina Europa, divenuta
anch'essa, soprattutto a causa della crisi economica, "terra di
missione". L'età media di chi ha scelto di partire si è alzata con il
tempo: oggi è di 63 anni.
A tracciare una radiografia del mondo delle missioni italiane
è la rivista "Popoli e missione", nata con le Pontificie Opere
Missionarie e oggi espressione di Missio, fondazione della Cei.
Pochi i giovani e soprattutto un trend in costante calo dai
primi anni '90, quando si toccò il record di 20mila presenze di
missionari italiani all'estero. Stando ai dati degli archivi
storici nel 1934 l'Italia aveva 4.013 missionari, nel 1943 erano
7.713, nel 1954 più o meno quanti ce ne sono oggi, 10.523, fino
a toccare i 16.000 negli anni Ottanta, e oltre 20.000 nel 1991.
A partire da allora il calo. E alla rivista lo spiega bene il
padre comboniano Alberto Pelucchi: "Oggi i giovani ci ammirano,
ci stimano ma non ci imitano. La solitudine, l'incomprensione,
il lottare possono anche fare paura".
Ma nel calo generale è la componente dei religiosi e delle
religiose che si è assottigliata negli anni, forse anche a causa
della generale crisi vocazionale. Mentre il numero di laici che
vengono inviati dalla chiesa lontani dalle loro case è in
costante aumento e anche la loro età media è decisamente più
bassa: il 58% è sotto i 40 anni e meno di uno su 4 ha superato
la soglia dei 50 anni. Quasi il 56% sono donne e il 60% è
sposato. Tanti partono con il coniuge e con i figli. Il 55,7%
dei missionari laici è in Africa, il 38,6% in America latina.
Tra coloro che partono ci sono anche sacerdoti diocesani che vengono mandati all'estero per un periodo dal proprio vescovo a svolgere il ministero in una
missione. Sono i "Fidei donum".